la redazione
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Il 16 settembre 2024 è una data carica di significato per Michelle Eyherabide e la sua famiglia. In quel giorno, ottant’anni prima, suo padre, il Tenente Stephen P. Eyherabide, compì un gesto di eroismo straordinario durante la Seconda Guerra Mondiale, un atto che merita di essere ricordato e tramandato.
Ci troviamo sul Passo del Giogo, nel pieno della Campagna d’Italia, dove la V Armata Americana, e in particolare la 91st Divisione di Fanteria “Fir (Pine) Tree”, aveva il compito cruciale di sfondare la Linea Gotica e spezzare le difese della Wehrmacht nel tentativo di avanzare verso Bologna. Quel pomeriggio del 16 settembre 1944, poco dopo le ore 17:00, la Compagnia “L” del 363° Reggimento avanzava nei pressi di Omomorto, dirigendosi verso le alture dei Monticelli, un’area fortificata con difese tedesche posizionate strategicamente lungo la cresta a ovest del Passo del Giogo. Durante l’avanzata verso la vetta, i soldati si trovarono improvvisamente di fronte a un ostacolo minaccioso: uno sbarramento di filo spinato.
Consapevole del pericolo, il Tenente Eyherabide ordinò immediatamente ai suoi uomini di fermarsi. Senza indugiare, decise di avanzare da solo per individuare un possibile passaggio sicuro. Mentre perlustrava il terreno, incappò tragicamente in una mina antiuomo. L’esplosione gli strappò di netto un piede, ma creò anche un varco nel filo spinato. I suoi uomini accorsero subito per soccorrerlo, ma Stephen, nonostante le ferite devastanti, rifiutò di essere evacuato.
Dalla sua barella, continuò a dirigere l’avanzata della compagnia, dimostrando una forza d’animo incrollabile. Resosi conto della possibilità di un imminente contrattacco nemico, organizzò una linea difensiva per proteggere i suoi uomini.
Solo quando tutti e 12 i soldati feriti furono evacuati e messi in salvo, Stephen accettò di essere trasportato via dal campo di battaglia.
Per Michelle Eyherabide, il 16 settembre non rappresenta solo una data storica, ma un momento cruciale che ha segnato profondamente la storia della sua famiglia. Per questo motivo, insieme a suo figlio Joseph, ha deciso di tornare sui luoghi dove tutto accadde, ai piedi del crinale dei Monticelli, vicino al Giogo di Scarperia in Toscana. Camminare su quel terreno, così carico di memoria, ha riportato alla mente i numerosi racconti che Stephen aveva condiviso con i suoi cari al suo ritorno dalla guerra.
In quei momenti, il peso della guerra si è fatto sentire nei loro cuori. La tristezza era palpabile nei loro sguardi, ora che erano lì a rendere omaggio al coraggio e al sacrificio del loro padre e nonno. La guerra, infatti, non segna solo chi la combatte in prima linea, ma lascia cicatrici profonde anche nelle famiglie dei sopravvissuti.