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Il grande esperimento. Sicilia 1943, i primi giorni dell’AMGOT

 Autore: Sergio Distefano  Categoria: Recensioni  Editore: Tralerighe Libri  Pubblicato il...: 2025  ISBN: 978883287230  Pagina: 264  Tag: Alleati in ItaliaAMGOTamministrazione alleataeconomia di guerragoverno militareindirect ruleinflazione AM Liremafia e politicaoccupazione alleataricostruzione postbellicaSicilia 1943storia amministrativatransizione politica | More Details
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Recensione
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Recensione di Daniele Baggiani

L’amministrazione AMGOT tra governo militare, ricostruzione e ombre storiche

L’occupazione alleata della Sicilia nel 1943 segnò non solo una svolta militare, ma anche un complesso esperimento amministrativo destinato a lasciare un’impronta duratura nella storia italiana. Per la prima volta dopo vent’anni di regime fascista, una forza straniera assumeva il controllo diretto di un territorio nazionale, imponendo un modello di governance ibrido, sospeso tra il controllo militare e l’autogoverno locale. L’Allied Military Government of Occupied Territories (AMGOT) non fu soltanto una necessità strategica, ma anche un laboratorio politico in cui vennero sperimentate soluzioni amministrative che avrebbero influenzato l’intero assetto del paese nel dopoguerra.

Il grande esperimento. Sicilia 1943, i primi giorni dell’AMGOT di Sergio Distefano offre un’analisi dettagliata di questa delicata fase di transizione, esaminando le scelte degli Alleati, le loro conseguenze e le tensioni sorte nella gestione del territorio siciliano. L’opera si distingue per l’ampio utilizzo di fonti d’archivio, sia italiane che internazionali, che consentono di ricostruire con precisione il funzionamento dell’amministrazione militare e le sue contraddizioni. Se da un lato il volume rappresenta un contributo imprescindibile alla comprensione delle politiche alleate nei territori occupati, dall’altro avrebbe beneficiato di una revisione editoriale più attenta, utile a migliorarne la scorrevolezza e la chiarezza espositiva.

il libro si articola in nove capitoli, ciascuno dedicato a un aspetto specifico dell’amministrazione militare alleata in Sicilia. L’autore parte dal quadro strategico dell’Operazione Husky, delineando le motivazioni che portarono gli Alleati a concepire un’amministrazione militare per la gestione dei territori appena liberati. Nei capitoli successivi vengono analizzate la struttura dell’AMGOT, la selezione del personale amministrativo e le prime azioni di governo. L’attenzione si sposta poi sulla gestione economica e sociale: Distefano esplora il problema dell’inflazione generata dall’introduzione delle AM Lire, il tentativo di regolamentare il mercato e il contrasto alla criminalità organizzata. Particolarmente interessante è l’analisi dell’ordine pubblico, con un focus sul ritorno della mafia e sulle difficoltà incontrate dagli Alleati nel contenere il fenomeno. L’ultimo capitolo è dedicato alle implicazioni di lungo termine dell’amministrazione militare e al ruolo dell’AMGOT nella transizione politica del dopoguerra.

Uno degli aspetti più rilevanti dell’amministrazione alleata fu la necessità di formare rapidamente un corpo di funzionari capaci di gestire la transizione dal governo fascista a una nuova amministrazione militare. A questo scopo, gli Alleati elaborarono una serie di manuali operativi che divennero strumenti fondamentali per uniformare le pratiche amministrative nei territori occupati. Distefano dedica particolare attenzione ai field manuals e ai training manuals, documenti che fornivano linee guida sugli strumenti normativi, le procedure burocratiche e le buone pratiche di governance. “I testi si classificavano in field manuals e training manuals, fornendo al soldato, all’ufficiale, gli strumenti, le norme, le procedure e le buone pratiche per svolgere le diverse mansioni e attività in scenari di guerra e occupazione” (p. 84). Il riferimento principale era il FM 27-5 Military Government, pubblicato inizialmente nel 1940 e poi aggiornato nel dicembre 1943 con una significativa revisione concettuale: il titolo venne modificato in Military Government and Civil Affairs, riflettendo il passaggio da un’amministrazione di emergenza a una più strutturata e orientata alla ricostruzione civile. “Il nuovo indirizzo integrò come scelta permanente la sospensione della sovranità del paese occupato, nel quale il governo militare avrebbe applicato le norme del diritto internazionale” (p. 85). Questi manuali costituirono una risorsa fondamentale per gli ufficiali AMGOT, fornendo indicazioni su questioni amministrative, giuridiche ed economiche. Tuttavia, come evidenzia l’autore, la loro applicazione si scontrò spesso con la realtà di un contesto sociale ed economico estremamente instabile, rendendo necessarie soluzioni pragmatiche spesso in contrasto con le direttive teoriche.

Uno degli aspetti più significativi dell’AMGOT fu l’adozione dell’indirect rule, un modello amministrativo ispirato all’esperienza coloniale britannica. Questo sistema prevedeva la delega di molte funzioni esecutive ai notabili locali, sotto la supervisione degli ufficiali alleati. L’obiettivo era garantire continuità amministrativa senza un coinvolgimento eccessivo delle forze occupanti, evitando il rischio di un vuoto di potere. L’AMGOT venne strutturato su tre livelli: il livello in the field, con ufficiali militari responsabili del controllo diretto della popolazione; il livello territoriale, composto da funzionari amministrativi che regolavano i distretti e le province siciliane; e il livello specialistico, formato da esperti in settori chiave come economia, sanità e istruzione. “L’AMGOT avrebbe avuto una struttura su tre livelli gerarchici e due ambiti di azione” (p. 105). Tuttavia, questa scelta comportò anche il rischio di mantenere in carica esponenti del precedente regime, consolidando meccanismi clientelari che avrebbero influenzato la politica italiana nel dopoguerra. “Nonostante l’apparente discontinuità con il passato, molti dei funzionari locali rimasero ai loro posti, consolidando un assetto amministrativo che non si discostava radicalmente da quello precedente” (p. 106).

L’introduzione delle AM Lire rappresentò una delle decisioni più problematiche dell’amministrazione alleata. L’emissione incontrollata di questa valuta, unita al crollo della produzione e ai problemi logistici della distribuzione, generò un’impennata dell’inflazione e un’espansione del mercato nero. “La rapida immissione delle AM Lire nel mercato siciliano, senza una corrispondente regolamentazione della massa monetaria, causò un’impennata speculativa immediata” (p. 187). La mafia e altri gruppi criminali approfittarono della situazione per monopolizzare il commercio delle risorse essenziali, consolidando la propria influenza sull’economia locale. Le misure di regolamentazione adottate dall’AMGOT si rivelarono inefficaci nel contenere il fenomeno. “Le direttive di controllo dei prezzi non poterono essere applicate con rigore, data la scarsità di personale amministrativo e la complicità di alcuni funzionari locali con gli speculatori” (p. 198). La crisi monetaria contribuì a un diffuso malcontento sociale, con agitazioni e proteste che segnarono l’inizio di una più ampia instabilità economica nell’Italia liberata.

Ricco di temi, il volume di Distefano costituisce un contributo fondamentale per lo studio dell’amministrazione alleata in Italia, offrendo una ricostruzione dettagliata delle politiche adottate dall’AMGOT e delle loro conseguenze. L’approccio basato su fonti primarie rende l’opera un riferimento per chi voglia approfondire questa fase della storia italiana. Nonostante varie imprecisioni editoriali, il testo fornisce un’analisi solida e documentata, capace di illuminare uno degli aspetti meno conosciuti della transizione amministrativa post-fascista.


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