di Manuel Noferini
Presentiamo qui un cimelio conservato al MuGot. Il brevetto di paracadutista dell’Unteroffizier (sergente) Friedrich Aschenbrenner, rinvenuto sul campo di battaglia. Nato il 9 novembre 1919 e caduto il 14 settembre 1944 nella postazione dello Strozzo sotto monte Altuzzo, oggi riposa nel Cimitero Militare tedesco della Futa, Block 22 – Grab 51.
Per ottenere questo distintivo era necessario aver frequentato il duro corso di paracadutismo presso una “Fallschirmschule”, ed aver completato con successo i sei lanci di addestramento prescritti. L’aver conseguito il prestigioso brevetto dava anche il diritto a percepire l’indennità di lancio, “Fallschirmzulage” in tedesco, che in base al grado rivestito ammontava a una cifra tra i 65 ed i 120 Reichsmark al mese.
L’Addestramento nelle “Fallschirmschulen”
Le “Fallschirmschulen” erano scuole di paracadutismo istituite dalla Luftwaffe, l’aeronautica militare tedesca, dove i candidati venivano preparati per diventare Fallschirmjäger, i temuti paracadutisti d’élite. Ogni candidato era sottoposto a un programma di formazione estremamente rigoroso. Le scuole principali, tra cui la “Fallschirmschule I” di Stendal e la “Fallschirmschule II” di Wittstock, fornivano un addestramento completo che includeva non solo esercizi fisici e tecniche di lancio ma anche tattiche di combattimento ravvicinato, manovre per operazioni in ambienti complessi, e un uso approfondito delle armi in dotazione.
Per completare il percorso e ottenere il brevetto di paracadutista, ogni soldato doveva effettuare con successo sei lanci di addestramento. Oltre ai lanci statici iniziali, venivano eseguiti lanci con equipaggiamento completo, simulando situazioni di combattimento reale. I paracadutisti erano addestrati nell’uso di armi leggere come la pistola mitragliatrice MP 40 e il fucile Karabiner 98k, ma anche di armi pesanti come mitragliatrici MG 34 e MG 42, in modo da poter combattere autonomamente una volta a terra. Inoltre, ricevevano formazione nel primo soccorso e nella sopravvivenza, per affrontare condizioni ostili in attesa dei rinforzi.
L’indennità di lancio era un incentivo significativo a scegliere l’arruolamento nelle divisioni paracadutiste, considerando che il salario medio di un soldato semplice era di molto inferiore. Oltre all’indennità, i Fallschirmjäger erano considerati truppe d’élite, un privilegio accompagnato da un profondo spirito di corpo e una preparazione tra le più intense dell’epoca.
Il Ruolo dei Paracadutisti Tedeschi nella Linea Gotica
Durante la Seconda Guerra Mondiale, i paracadutisti tedeschi, i Fallschirmjäger, furono schierati in alcune delle battaglie più cruciali, inclusa la difesa della Linea Gotica. Questo sistema fortificato, costruito lungo l’Appennino tosco-emiliano, era composto da trincee, bunker e postazioni per mitragliatrici, ed era stato ideato per rallentare l’avanzata delle truppe alleate nel nord Italia. La 1ª Divisione Paracadutisti, una delle unità Fallschirmjäger più rinomate, fu dispiegata in aree strategiche della Linea Gustava; mentre la 4a Divisione che iniziò ad Anzio i combattimenti in Italia, fu presente presso il Passo del Giogo.
Nel contesto della Linea Gotica, la presenza dei Fallschirmjäger era importante: le loro abilità e il loro addestramento consentivano di svolgere operazioni di difesa in ambienti complessi e di resistere anche in condizioni di isolamento. La postazione dello Strozzo, sotto Monte Altuzzo, in cui cadde l’Unteroffizier Friedrich Aschenbrenner il 14 settembre 1944, era una postazione difensiva che mostra bene come i paracadutisti tedeschi riuscirono grazie al loro equipaggiamento, addestramento e a posizioni ben fortificate a tenere sotto scacco per molti giorni, dimostrando resistenza e disciplina, le ben superiori per numero di uomini e di armento truppe della Quinta Armata Americana della 91st e 85th Divisione.