Manuel Noferini
Nel settembre del 1944, la 4ª Divisione Paracadutisti tedesca, parte della riserva della Wehrmacht, era impegnata nella difesa della Linea Gotica contro le forze alleate. In particolare, lo Sturmregiment, una formazione d’assalto d’élite, si trovava a fronteggiare gli attacchi delle 85ª e 91ª Divisioni di fanteria dell’US Army, difendendo le posizioni della Linea Verde lungo il crinale dell’Appennino, nella zona di Passo del Giogo e Monte Altuzzo. Il compito di questo reparto era quello di proteggere il fronte per rallentare l’avanzata alleata verso Bologna e la Pianura Padana.
Hans Schill
Hans Schill era un soldato come tanti. Era nato il 29 dicembre 1922 a Niederhadamar, un villaggio di 1.000 anime, distante circa 80 chilometri a nord ovest di Francoforte, nella Bassa Sassonia. Di lui non sappiamo molto, solo ciò che ci è stato tramandato dalla comunicazione di decesso alla famiglia. Il suo piastrino di riconoscimento portava il numero: 1321 – 18. / Luftgau-Nachrichten-Regiment 11. Questo Reggimento aveva incarichi di telefonia, trasmissione dati e intelligence e, in fase di addestramento, era di stanza ad Hannover. La madre di Hans si chiamava Elisabeth Mutter, e viveva a Hadamar, in una graziosa villetta in Mainzer LandStrasse 5.
Schill era un Caporale di truppa – un Óbergefreiter – e faceva parte del Luftlande-Sturm-Regiment 1, Stabskompanie, cioè era stato assegnato alla Compagnia del Personale. Era dunque addetto per ruolo a compiti organizzativi per supporto e assistenza al quartier generale dell’unità operativa. Le sue funzioni erano in sintesi nella gestione delle comunicazioni interne ed esterne, inclusa la trasmissione di ordini e informazioni tra il comando e le truppe sul campo; mentre la compagnia del personale si occupava più in generale anche di logistica, di servizi sanitari, aveva compiti amministrativi e nella gestione del sistema dei trasporti. Hans Schill era appunto addetto al coordinamento delle comunicazioni. Lo si può pensare un ruolo tranquillo, in fondo, ma non era affatto così.
La sua assegnazione in prima linea
Lo Sturmregiment al quale Hans Shill era assegnato era noto per la sua esperienza nel combattimento ravvicinato. Si trattava di truppe combattenti in prima linea, per cui le perdite erano molte, soprattutto lo furono nei mesi precedenti durante la ritirata dalla linea difensiva Gustav alla Gotica. I tedeschi avevano subito molte perdite e i rimpiazzi erano pochi. Si attingeva così in quel 1944 per rimpolpare la prima linea da tutte le unità dove c’erano uomini. Gli uomini delle retrovie e della logistica erano mandati a combattere. Addetto alle trasmissioni, con un ruolo, quindi, anche importante, fu il turno di Hans Schill a fare da rimpiazzo in battaglia. Ecco dunque perché fu mandato a fronteggiare l’attacco della Quinta Armata alla Linea Gotica nel settore del Passo del Giogo: per carenza di uomini.
L’attacco al Monte Altuzzo e la morte di Schill
Il 14 settembre 1944, il I Battaglione dello Sturmregiment, tra cui il caporale Schill, pare fosse schierato lungo la Western Ridge (la cresta occidentale) del Monte Altuzzo, un crinale secondario che collegava la vetta con la roccaforte del Peabody Peak, una posizione difensiva a strapiombo sulla vallata da una parte e sulla strada dall’altra, fondamentale per la difesa del Passo del Giogo. Questo crinale era uno dei punti di osservazione strategici per le forze tedesche, che in questo settore avevano costruito trincee e caposaldi fortificati in punti naturalmente protetti. Si trattava di posizioni difensive particolarmente difficili da espugnare per gli Alleati, stanti le ripide pendici e la fortissima resistenza tedesca che aveva dotato queste alture di punti di fuoco per le micidiali mitragliatrici MG 34 e 42 e per i mortai Granatwerfer Granatwerfer 34 o 8 cm GrW 34 era un mortaio tedesco usato durante la seconda guerra mondiale. Guadagnò un’ottima reputazione grazie all’estrema precisione e l’alta cadenza di tiro, oltre che per l’addestramento dei serventi.
, e mortai che sbarravano ogni accesso. La creata dominava la Strada Statale del Passo del Giogo, permettendo ai soldati tedeschi di controllare gran parte della zona.
Il 14 settembre, le forze americane lanciarono ripetuti attacchi contro le posizioni tedesche sulla Western Ridge, con l’obiettivo di conquistare Monte Altuzzo. Lo Sturmregiment resistette aspramente, ma il conflitto si fece particolarmente intenso sotto il fuoco dell’artiglieria alleata. La situazione si fece confusa e disordinata, con soldati tedeschi e americani che combatterono corpo a corpo. È in questa situazione che il caporale Hans Schill perse la vita, probabilmente colpito da un bombardamento di artiglieria. Hans Schill morì senza festeggiare il suo ventiduesimo compleanno.
La comunicazione di morte fu inviata alla madre Elisabeth dal 1° Battaglione del 12° Reggimento Paracadutisti, che era schierato sul Monticelli. I dati conservati nella Deutsche Dienststelle (WASt) (ex Wehrmachtsauskunftstelle), agenzia con sede a Berlino, con il compito di notificare i parenti prossimi di soldati caduti nella seconda guerra mondiale, non dà Hans Schill sepolto in nessun cimitero militare. Il suo corpo può dunque essere rimasto sul teatro di guerra o essere sepolto in un piccolo cimitero di paese senza nome, come spesso accadeva.
Vite spezzate
La morte di Hans Schill, giovane caporale del Sturmregiment, addetto alle comunicazioni, inviata in prima linea per carenza di uomini a fronteggiare gli americani della Quinta Armata sotto il fuoco battente dell’artiglieria, è un esempio della brutalità dei combattimenti che si svilupparono lungo la Linea Gotica in quella maledetta settimana dal 12 al 18 settembre 1944. In tanti persero la vita, giovani tedeschi e giovani americani che si fronteggiarono come nemici senza conoscersi. Giovani infelici che la storia rese protagonisti di una serie di cruente battaglie che sull’Appennino segnarono le ultime due stagioni della Seconda Guerra Mondiale.
La memoria di questi soldati, di questi giovani educati alla guerra, e costretti dai tempi a fare il loro dovere, talvolta contro la loro volontà, sia per noi testimonianza di coraggio e di morte prematura al fine di conservare la memoria per mantenere la pace tra i popoli.