di Manuel Noferini
Anche la Coca Cola Company volle garantire una bottiglia della loro bibita al giorno a chiunque la volesse e ovunque egli fosse. Fu così che furono realizzate alcune fabbriche mobili perfettamente equipaggiate per la produzione della Coca Cola sul campo. Questi stabilimenti seguivano l’avanzata alleata ed erano così in grado di rifornire le truppe al fronte in modo molto efficiente. Il problema maggiore era l’approvvigionamento delle tipiche bottiglie che caratterizzavano questa bibita; per tale ragione i militari erano tenuti a restituire i vuoti perché questi potessero essere riutilizzati più volte. Per chi non lo faceva erano previste sanzioni. La politica della Coca Cola Company si rivelò vincente: molti giovani che avevano iniziato a berla sotto le armi continuarono a farlo dopo la guerra, contribuendo così a darle l’enorme diffusione di cui gode ancora oggi.
Locandine d’epoca
Il contesto storico
Quando gli Stati Uniti entrarono ufficialmente nella Seconda Guerra Mondiale, molte aziende americane si trovarono di fronte alla necessità di riconvertire o di adattare parte della propria produzione alle esigenze belliche. La Coca-Cola Company, già tra i principali marchi nel mercato delle bibite gassate, decise di sostenere lo sforzo bellico in maniera originale, fornendo la propria bevanda ai soldati impegnati sui vari fronti di guerra. Questo approccio andò ben oltre il mero interesse commerciale e si trasformò in uno dei più riusciti esempi di marketing del XX secolo.
Il ruolo dei “Technical Observers”
Per sostenere i militari in Europa e nel Pacifico, l’azienda inviò delle squadre speciali di tecnici, talvolta definiti “Technical Observers”. Il loro compito non era solo quello di installare piccole linee di imbottigliamento vicino alle truppe, ma anche di supervisionare la manutenzione delle attrezzature, delle forniture di acqua e, ovviamente, di garantire che la ricetta originale di Coca-Cola restasse invariata. Grazie a questa soluzione, la bevanda poté essere prodotta e distribuita a migliaia di chilometri di distanza dagli stabilimenti americani.
Una strategia logistica e di immagine
Mentre altre industrie alimentari limitavano o sospendevano alcune linee produttive a causa delle restrizioni imposte dal conflitto, la Coca-Cola Company ottenne particolari autorizzazioni per l’importazione di zucchero, cruciale per la ricetta della bibita. Questa operazione, unita alla realizzazione di mini-impanti di imbottigliamento, permise di aggirare molte difficoltà logistiche legate ai trasporti intercontinentali in tempo di guerra. Sul fronte dell’immagine, l’azienda si guadagnò una straordinaria reputazione presso i soldati, che la identificarono come un simbolo di casa e di normalità anche in circostanze drammatiche.
L’eredità del dopoguerra
La vicinanza ai militari durante il conflitto ebbe un impatto duraturo. Una volta tornati alla vita civile, molti veterani continuarono a consumare Coca-Cola, contribuendo alla diffusione della bevanda su scala globale. Inoltre, i piccoli stabilimenti aperti nei teatri di guerra costituirono il nucleo di future filiali permanenti dell’azienda in Paesi esteri, accelerando in modo decisivo la sua internazionalizzazione. Questo “effetto espansione” della Seconda Guerra Mondiale sul brand Coca-Cola è spesso citato come esempio pionieristico di strategia di mercato in tempo di crisi.
Bibliografia essenziale
- Pendergrast, M. (2013). For God, Country and Coca-Cola: The Definitive History of the Great American Soft Drink and the Company That Makes It. Basic Books.
- Allen, F. (1994). Secret Formula: How Brilliant Marketing and Relentless Salesmanship Made Coca-Cola the Best-Known Product in the World. HarperCollins.
- Westwell, I. (2008). World War II: The Definitive Visual Guide. Dorling Kindersley (per inquadrare il contesto storico e reperire alcune immagini di supporto).
- Coca-Cola Company – Sezione “History” del sito web ufficiale www.coca-colacompany.com (per approfondire le politiche aziendali durante la Seconda Guerra Mondiale).