In questa sede riprendiamo i contenuti di un’opera fondamentale dedicata al secondo conflitto mondiale in Toscana: Claudio Biscarini, San Michele, la battaglia dimenticata, Scandicci, Centrolibro, 2005 (2ª ed.). Ne saranno qui sintetizzati i primi due capitoli, Toscana, estate 1944 e Arrivano i Kiwis, tralasciando due questioni che richiedono attenzione particolare: da un lato la battaglia di San Michele a Torri in Val di Pesa, condotta dalle truppe neozelandesi, che aprì le poste alla liberazione di Firenze; dall’altro la Liberazione della città, evento sul quale, nonostante la vasta memorialistica e le narrazioni di matrice partigiana, permangono ancora ampi margini di indagine critica. Per tali aspetti rimandiamo ad altre opere dello stesso autore, tra i più autorevoli studiosi di storia militare toscana, che forniscono approfondimenti mirati su singoli ambiti.
a cura di Daniele Baggiani
Il Quadro strategico dopo Roma
Dopo la presa di Roma il 4 giugno 1944, Kesselring, comandante delle forze tedesche in Italia, impone una “ritirata aggressiva” per guadagnare tempo e completare la Linea Gotica. «L’11 giugno 1944 Kesselring diramò ai suoi dipendenti un ordine: ritirarsi combattendo, immettere sulla linea di contatto immediatamente dal retro e dai fianchi le riserve più in fretta possibile, chiudere gli spazi aperti tra le varie unità, stringere saldamente i fianchi interni delle unità stesse», una direttiva che riassume l’idea di guadagnare giorni su posizioni scelte e di tenere coesi i fianchi sotto pressione alleata. La 10ª Armata di von Vietinghoff è esausta. La 14ª di Lemelsen, più integra, arretra dal settore tirrenico. L’idea tedesca è quella di scaglionare la resistenza su posizioni successive ancorate al favore del terreno. La prima catena difensiva è individuata nella Linea Albert, «che correva da Castiglione della Pescaia fino al Monte Amiata, Radicofani, Monte Cetona, si agganciava alla Trasimenina e proseguiva verso est fino al mare Adriatico». In rinforzo di questa parte del fronte affluiscono sulla stazione di Fabro unità corazzate pesanti di Tiger ed Elefant, ricorrendo a formazioni miste dette Kampfgruppen, numerose e flessibili, per sopperire alle perdite patite con le battaglie di Anzio e sulla Linea Gustav. Sul fronte alleato il dispositivo è multinazionale. La 5ª Armata USA (Clark) avanza sul Tirreno. L’8ª Armata britannica (Leese) fra Appennino e Adriatico. L’obiettivo è di non far respirare il nemico, spingendo verso l’Arno per poi puntare alla Gotica.
Dispositivo alleato e compiti di Juin
L’11 giugno la linea alleata si ridisegna. Tra Tirreno e Bolsena opera il IV Corpo USA (1ª corazzata “Old Ironsides” di Harmon e 36ª “Texas” di Walker). A est il XIII Corpo britannico con la 6ª Divisione Corazzata Sudafricana e la 24ª Guards Brigade. In mezzo il Corpo di Spedizione Francese (Juin). Ai francesi sono assegnati obiettivi in profondità: la Statale 74 a nord del Lago di Bolsena, l’asse Montalcino–San Quirico d’Orcia–Pienza, Siena e la Statale 73, poi Poggibonsi e la Statale 68. Infine l’Arno fra San Miniato ed Empoli. In parallelo, l’8ª Armata preme da est per riallinearsi all’Arno. I tedeschi, sebbene logorati, mirano a guadagnare settimane e giorni per fortificare al meglio la Linea Gotica in Appennino a nord di Firenze. Come annota Biscarini sulla progressione francese in Val d’Orcia, «La 2° divisione fanteria marocchina rientrava in gioco e riusciva ad occupare San Quirico…» (p. 18). E sulla presa di Siena, cardine del disegno assegnato a Juin: «Il mattino del lunedì 3 luglio 1944, finalmente la linea cedette e il Raggruppamento De Linares si spingeva velocemente sulla città del Palio, arrivando a Porta San Marco e, intorno alle 6:30, in Piazza del Campo» (p. 22).
Giugno: dall’Amiata alla costa
Sull’Amiata, la 29ª Panzergrenadier, con elementi della 90ª, frena l’impeto francese. I combattimenti su Radicofani, Piancastagnaio e Arcidosso sono durissimi. Il 18 giugno la Legione straniera prende Radicofani; il 17 gli algerini liberano Piancastagnaio; il 24 gli americani occupano Roccastrada. Sulla costa la 36ª USA libera Grosseto e Follonica (25 giugno), poi San Vincenzo (27). Subentra la 34ª USA, mentre i tedeschi immettono la 16ª SS Panzergrenadier al posto della 162ª. Compiono la loro comparsa StuG III e Tiger della 504ª. L’avanzata alleata non è più una marcia, ma una sequenza di scontri puntuali. Nella Val di Chiana la 6ª corazzata sudafricana subisce un grave rovescio a Chiusi (confusione fra Chiusi Scalo e Chiusi città, rioccupata dalla Hermann Göring. Compagnie del First City/Cape Town Highlanders rimangono intrappolate e vengono decimate. “Fu la più grossa sconfitta subita dalla 6ª Divisione corazzata sudafricana.” (p. 19). La reazione britannica con la 24ª Guards è a Chianciano e Montepulciano (29 giugno), a Trequanda e Torrita (30 giugno–1 luglio). A occidente, la battaglia di Cecina continua fino al 2 luglio, con i tedeschi che oppongono una resistenza concentrata, segno che stanno ricostruendo una fascia di arresto efficace. “Cecina era difesa da unità delle SS con almeno due carri Tigre I del 504° Battaglione carri pesanti in appoggio… La battaglia si svolse con alterne vicende, fino al 2 luglio.” (p. 20).
Siena, Valdelsa e irrigidimento tedesco
Per sostenere logisticamente la campagna in Francia, gli Alleati lanciarono lo sbarco in Provenza (operazione “Dragoon”, 15 agosto), così da aprire rapidamente i porti di Tolone e Marsiglia e alleggerire la pressione sulla Normandia. La conseguenza, in Toscana, fu il progressivo ritiro del CEF di Juin e il subentro di reparti britannici e del Commonwealth nel settore del Chianti. «Il 22 luglio 1944, come abbiamo già detto, gli ultimi Francesi abbandonavano il fronte italiano», nota Biscarini, fissando la data della “staffetta” operativa fra Siena e la Val di Pesa (p. 28). Il vuoto venne colmato nel XIII Corpo con sudafricani, britannici, indiani e — in posizione cruciale — con la 2ª Divisione neozelandese di Freyberg (5ª e 6ª brigata di fanteria, 4ª brigata corazzata), veterana di Grecia, Creta, Nordafrica e Cassino. I comandi tedeschi registrarono subito il cambio di avversario. Nel diario dell’AOK 14 si legge che «nella zona a est della via Cassia nella mattinata hanno attaccato reparti ultimamente aggiunti della 2° Divisione Neozelandese […], il nemico impiega circa 45 carri armati e 360 autocarri» (p. 30). Da quel momento, le brigate kiwi piegarono a ovest nel Chianti, con quartiere generale a Castellina e assi di avanzata su Tavarnelle, San Donato, San Casciano, in sostituzione progressiva dei francesi in marcia verso la Provenza. Con i combattimenti che si riaccesero lungo le dorsali che scendono alla Val di Pesa, preludio alla cintura difensiva “Paula” a sud di Firenze.
Arrivano i neozelandesi: organico, missione, primi contatti
Il 22 luglio i tedeschi segnalano reparti neozelandesi a est di Tavarnelle. Prigionieri del «23° battaglione/5ª Brigata della 2ª divisione neozelandese individuato […] 2,2 km a est di Tavarnelle. Secondo affermazioni dei prigionieri, la divisione è suddivisa come segue: 4ª Brigata con 18°, 19° e 20° battaglione; 5ª Brigata con 21°, 23° e 28° battaglione; 6ª Brigata con 24°, 25° e 26° battaglione», nota il rapporto giornaliero della 14ª Armata. Il 23° deve avanzare da San Donato in Poggio verso la Cassia e lungo la Pesa, affiancato dal 28° Māori. Gli obiettivi sono scaglionati da codici (Buffalo, Montreal, Quebec). L’artiglieria prepara il terreno alle 6:20. A San Martino a Cozzi la Compagnia B urta la 4ª Fallschirmjäger ben trincerata e perde circa trenta uomini tra caduti e prigionieri, con il maggiore Worsnop che viene ferito: «Alla fine il paese fu preso, ma la Compagnia B perse trenta uomini, tra cui cinque prigionieri».
Verso la Pesa e San Casciano
Il 24 luglio i Māori (28°) avanzano da Villa Bonazza verso San Pancrazio e Lucignano, con i carri del 18° Reggimento corazzato. Il metodo è sistematico: colpire ogni edificio sospetto. In serata si attestano a Villa Corno. Il 21° rimpiazza il 23° a Strada. Si costituisce “Armcav”, unità mista di corazzati, cavalleria e genio, per spingere sulla Cassia accanto ai sudafricani: «La marcia di questa unità fu veramente veloce. Liberata Fabbrica… i suoi blindati occuparono il Bargino dopo mezzogiorno, avanzando sulla consolare», ma al Terzona la corsa si arresta per il ponte fatto saltare e il tiro da San Casciano (p. 46). Fabbrica e il Bargino sono liberate, ma il ponte sul Terzona è distrutto e battuto dall’artiglieria di San Casciano in Val di Pesa. Il 25 luglio i Māori sono a San Pancrazio. Il 21° Reggimento è bloccato sulla Pesa e l’Armcav è ferma al Terzona. I tedeschi serrano sulla Olga-Linie che corre da Montespertoli a San Casciano. Il 26 contrattaccano con Tigre e Panzer IV. A Poppiano i Māori tengono grazie alle Vickers del 27° mitraglieri. «Il 21° Battaglione… aveva raggiunto il ponte sulla Pesa presso Cerbaia, che era stato distrutto… Anche l’Armcav non faceva progressi, e non riusciva a passare il Terzona, presa sotto il fuoco proveniente da San Casciano», mentre sul fronte corre voce di “Tigre” ovunque e pesano mortai da 120, 88 mm e Flak Vierling da 20 mm (p. 48). Il 27 luglio il 21° raggiunge Montagnana. Pattuglie arrivano a Montegufoni e scoprono i depositi d’arte degli Uffizi nelle cantine del castello Sitwell. San Casciano cade dopo combattimenti appartamento per appartamento, con mine e trappole. L’Armcav spinge su Talente e Cerbaia, ma resta frenata da demolizioni e fuochi incrociati.
Stato dell’offensiva prima della Linea Paula e della battaglia di San Michele
La stampa alleata esaltò la presa di San Casciano a sole “otto miglia da Firenze”, ma la resistenza non cedette. La 4ª Fallschirmjäger e i Panzergrenadier, rinforzati da carri Tigre, tennero il margine sud della piana. I ponti sulla Pesa restarono impraticabili e la marcia su San Michele a Torri e La Romola fu ostacolata da artiglierie, mortai da 120 e armi controcarro. Il 27 luglio Freyberg, comandante dei neozelandesi, ammise che l’avanzata non procedeva come previsto. I rinforzi tedeschi e i contrattacchi costavano caro, mentre i bombardamenti sudafricani sull’Impruneta provocarono vittime civili. In quella cornice, mentre i comandi tedeschi vantavano di aver infranto “gli attacchi dei Britannici, dei Neozelandesi e dei degaullisti […] contro la tenacissima difesa tedesca”, il baricentro della lotta si fissava ormai sulla cintura immediatamente a sud di Firenze. A chiudere questa fase rimane la formula asciutta di Biscarini, perfetta come sigillo narrativo: “Davanti agli Alleati (verso Firenze), si estendeva, ormai (solamente), la Paula-linie”.

Mappa cronologica sintetica (data – luogo – unità – azione – esito)
- 4 giugno – Roma – Alleati – Presa della capitale – Avanzata libera per alcuni giorni.
- 9–11 giugno – Lago di Bolsena/Orvieto – IV Corpo USA, CEF, XIII Corpo GB – Riallino fronti – Ripartenza offensiva alleata.
- 12–18 giugno – Amiata/Radicofani – CEF vs 29ª PG, 90ª PG – Scontri aspri – Radicofani occupata dai francesi.
- 17–24 giugno – Piancastagnaio/Arcidosso/Roccastrada – CEF/USA – Avanzata progressiva – Centri liberati.
- 21–22 giugno – Chiusi – 6ª SA Armoured vs HG-Div. – Rovesci sudafricani – Compagnie intrappolate e perdite gravi.
- 25–27 giugno – Follonica/San Vincenzo – 36ª→34ª USA – Liberazione costiera – Subentro 34ª USA.
- 27–30 giugno – Monticiano/Siena – CEF/USA – “Edita-Linie” superata – Siena liberata (3 luglio).
- 29 giugno–1 luglio – Chianciano/Montepulciano/Trequanda/Torrita – 24ª Guards – Liberazioni in Val di Chiana – Consolidamento.
- Fino al 2 luglio – Cecina – USA vs 16ª SS – Battaglia serrata – Tenuta e ripiegamento tedesco.
- 6–13 luglio – Volterra/Lajatico – 88ª USA vs 26ª Panzer – Scontri duri – Lajatico cade il 13.
- 16 luglio – Poggibonsi – CEF/USA vs tedeschi – Contrattacco respinto – Avanzata riprende.
- 17–19 luglio – Pontedera/Livorno – USA – Liberazioni – Stabilizzazione settore tirrenico.
- 19–22 luglio – Gaiole/Brolio/Radda – 6ª SA Armoured – Avanzata nel Chianti – Linea “Hilde” arretrata.
- 22 luglio – Tavarnelle e dintorni – 2ª NZ Division – Primo contatto – Conferma OOB neozelandese.
- 22–24 luglio – San Martino a Cozzi/Villa Strada – 23° NZ vs 4ª FJ – Attacchi e perdite – Villaggio preso a caro prezzo.
- 24–25 luglio – San Pancrazio/Lucignano – 28° Māori, 18° Arm. – Avanzata metodica – Linea Olga in formazione.
- 26–27 luglio – Poppiano/Montagnana/Montegufoni – 5ª NZ/Armcav – Contrattacchi con Tigre – San Casciano cade.
- 27–28 luglio – Talente/Cerbaia – Armcav – Demolizioni, fuoco incrociato – Avanzata rallentata.
- Fine luglio – Impruneta/Val di Pesa – Forze miste del XIII Corpo – Bombardamenti e trappole – Davanti: Paula-Linie.
Glossario essenziale
- Linea Albert: prima cintura d’arresto tedesca in Toscana dopo Roma; asse Tirreno–Amiata–Trasimenina–Adriatico.
- Linea Trasimenina/Frieda: fascia difensiva successiva attorno al Trasimeno; nel settore tirrenico detta anche “Albert”.
- Linea Hilde: posizione tedesca nel Chianti dopo la caduta di Siena.
- Linea Olga: cintura di rallentamento fra Montespertoli e San Casciano in Val di Pesa, prima della Paula.
- Paula-Linie: ultima linea difensiva a sud dell’Arno e di Firenze, nucleo della cintura cittadina.
- Heinrich-Linie: denominazione tedesca per linee arretrate sull’Arno e affluenti, a copertura dell’accesso alla Paula.
- Kampfgruppe: raggruppamento tattico tedesco, composizione variabile, elevata mobilità.
- 2ª Divisione neozelandese: grande unità mista (5ª e 6ª brigata di fanteria; 4ª brigata corazzata); veterana di Grecia, Creta, Nordafrica e Cassino.
- 6ª Divisione corazzata sudafricana: grande unità corazzata del Commonwealth con fanteria motorizzata e artiglierie, inquadrata nel XIII Corpo.
- CEF (Corpo di spedizione francese in Italia): forze di Juin (marocchini, algerini, goumiers, 1ª DFL), protagoniste da Cassino a Siena; trasferite in Provenza per l’operazione Dragoon.
- Operazione Dragoon: sbarco in Provenza (15 agosto 1944) per aprire i porti di Tolone e Marsiglia e sostenere il fronte di Normandia.
- Fallschirmjäger: fanteria paracadutista tedesca; nella zona opera la 4ª Divisione.
- Panzergrenadier: fanteria meccanizzata tedesca; in Toscana attive 29ª e 90ª PG, oltre alla 16ª SS PG.
- Elefant/Tiger: rispettivamente cacciacarri pesante (s.PzJgAbt 653) e carro pesante (s.PzAbt 504/508) impiegati per contrattacchi e punti di blocco.
- Armcav: task force mista (corazzati, cavalleria, genio) aggregata ai neozelandesi per lo sfondamento su Cassia e Val di Pesa.

