Medal of Honor Thomas W. Wigle (133th). Caduto a Monte Frassino

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la Redazione

L’Operazione “Olive” per l’assalto alla Linea Gotica iniziata in Adriatico alla fine di agosto dalla 8a Armata Britannica, prevedeva nel settore centrale di pertinenza della Fifth US Army un’azione diversiva verso il Passo della Futa. Infatti, il Generale Mark Wyne Clark decise di condurre lo sfondamento al Passo del Giogo, settore della Linea Gotica che appariva più sguarnito di truppe germaniche e meno fortificato. Per distogliere l’attenzione da questo reale primo obiettivo, il Passo della Futa fu oggetto a partire dal 9 settembre 1944 di due attacchi diversivi, uno da est a cura del 362nd della 91st Divisione (sulla doppia linea Galliano, Monte Calvi, Marcoiano e Montecarelli, Santa Lucia), l’altro a ovest a cura del 133th Infantry Regiment della 34th Divisione “Red Bulls” da Legri. Di questa unità faceva parte il sottotenente Thomas Wigle che trovò la morte conquistando un caposaldo tedesco nelle vicinanze di Monte Frassino (quota 665).

La Scelta di Thomas Wigle

Thomas W. Wigle nacque il 18 maggio 1909 a Indianapolis, Indiana. Prima della guerra, era un talentuoso violinista, suonava nella Kansas City Philharmonic e amava esercitarsi al poligono, anche se non fu mai un appassionato di caccia o conflitti. Fu durante una visita ai monumenti storici di Washington, poco prima di partire per l’Europa, che comprese l’importanza di difendere i valori democratici della sua nazione. Con questa convinzione, si arruolò a Detroit e divenne sottotenente nella 135th Infantry Regiment della 34th Infantry Division, conosciuta come i “Red Bulls.” In quel contesto, Wigle si distinse per la determinazione e l’impegno, rispondendo con dedizione alle richieste della guerra.

L’Assalto al Monte Frassino

Il 14 settembre 1944, nei pressi del Monte Frassino, Wigle e il suo plotone si trovarono di fronte a una posizione tedesca pesantemente fortificata, difesa da tre muri terrazzati di pietra e mitragliatrici. Dopo due tentativi falliti di assalto, Wigle assunse la guida del plotone, che era rimasto senza ufficiale, e si offrì volontario per il successivo attacco. In testa ai suoi uomini, attraversò le pendici rocciose esposte al fuoco intenso e, con una manovra decisiva, si fece sollevare sopra il primo muro, rimanendo scoperto agli occhi dei tedeschi per permettere al resto dei suoi uomini di avanzare. Con lo stesso metodo, raggiunse anche il secondo muro e poi il terzo, dietro al quale tre edifici rappresentavano il punto nevralgico della difesa nemica. Ordinò ai suoi uomini di coprirlo e si lanciò verso il primo edificio, riuscendo a costringere i tedeschi a ritirarsi nella seconda casa e poi nella terza, dove si rifugiarono nella cantina. Wigle fu ferito mortalmente mentre tentava di scendere le scale per negoziare la resa dei soldati nemici. Il suo coraggio e le sue azioni consentirono al plotone di conquistare la posizione e catturare 36 soldati tedeschi.

Memoria e Riconoscimento

Thomas W. Wigle morì il 16 settembre 1944, pochi giorni dopo l’azione, e fu sepolto al Cimitero Nazionale di Arlington. Per il valore dimostrato nella battaglia, gli venne conferita postuma la Medaglia d’Onore il 7 febbraio 1945, consegnata alla vedova Margaret, accompagnata dalla figlia Diana. La storia di Wigle è ricordata come esempio di lealtà e dedizione, incarnando il sacrificio e lo spirito di chi ha combattuto per gli ideali di libertà e giustizia, che ancora oggi continuano a ispirare.

Medal of Honor Citation

For conspicuous gallantry and intrepidity at the risk of life above and beyond the call of duty in the vicinity of Monte Frassino, Italy. The 3d Platoon, in attempting to seize a strongly fortified hill position protected by three parallel high terraced stone walls, was twice thrown back by the withering crossfire. Second Lt. Wigle, acting company executive, observing that the platoon was without an officer, volunteered to command it on the next attack. Leading his men up the bare, rocky slopes through intense and concentrated fire, he succeeded in reaching the first of the stone walls. Having himself boosted to the top and perching there in full view of the enemy, he drew and returned their fire while his men helped each other up and over. Following the same method, he successfully negotiated the second. Upon reaching the top of the third wall, he faced three houses which were the key point of the enemy defense. Ordering his men to cover him, he made a dash through a hail of machine-pistol fire to reach the nearest house. Firing his carbine as he entered, he drove the enemy before him out of the back door and into the second house. Following closely on the heels of the foe, he drove them from this house to the third where they took refuge in the cellar. When his men rejoined him, they found him mortally wounded on the cellar stairs which he had started to descend to force the surrender of the enemy. His heroic action resulted in the capture of 36 German soldiers and the seizure of the strongpoint.

Citazione della Medaglia d’Onore del Congresso

Per il coraggio straordinario e l’intrepido sacrificio, mettendo a rischio la propria vita al di sopra e oltre il dovere, nelle vicinanze di Monte Frassino, Italia. Il 3° Plotone, nel tentativo di conquistare una posizione collinare fortemente fortificata, protetta da tre alte mura di pietra disposte su terrazzamenti paralleli, venne respinto due volte dal devastante fuoco incrociato. Il Sottotenente Wigle, che ricopriva il ruolo di vicecomandante di compagnia, vedendo che il plotone era senza ufficiale, si offrì volontario per guidare il successivo attacco. Conducendo i suoi uomini su per le pendici rocciose e scoperte sotto un fuoco intenso e concentrato, riuscì a raggiungere il primo dei muri di pietra. Facendosi sollevare fino alla cima e rimanendo lì esposto in piena vista del nemico, attirò e rispose al fuoco, mentre i suoi uomini si aiutavano reciprocamente a superare l’ostacolo. Con lo stesso metodo, superò anche il secondo muro. Raggiunta la cima del terzo muro, si trovò di fronte a tre case, il punto nevralgico della difesa nemica. Ordinando ai suoi uomini di coprirlo, si lanciò attraverso una pioggia di fuoco di mitragliatrici per raggiungere la casa più vicina. Impugnando il suo fucile, spinse i nemici fuori dalla porta sul retro e nella seconda casa. Seguendoli da vicino, li costrinse a ritirarsi nella terza casa, dove si rifugiarono in cantina. Quando i suoi uomini lo raggiunsero, lo trovarono ferito mortalmente sulle scale della cantina, che aveva iniziato a scendere per costringere i nemici alla resa. La sua azione eroica portò alla cattura di 36 soldati tedeschi e alla presa della posizione fortificata.

La Battaglia di Vernio per la Hill 810

Tra il 9 e il 24 settembre 1944, le colline di Vernio (PO) e Barberino del Mugello (FI) furono teatro di scontri violentissimi tra il 133rd Infantry Regiment della 34ª Divisione di Fanteria “Red Bulls” degli Stati Uniti e il Grenadier-Regiment 754 della 334ª Divisione di Fanteria tedesca della Wehrmacht, conosciuto come “Phalange Africaine.” La Linea Gotica, un sistema di fortificazioni imponente costruito dai tedeschi sulle montagne italiane, estendendosi dal Mar Tirreno al Mare Adriatico, rappresentava una delle ultime barriere per le truppe alleate in avanzata verso nord. Vernio, situata nelle lussureggianti colline toscane, costituiva un punto strategico di questa linea difensiva: Hill 810. Questa collina, dal nome che rifletteva la sua altezza di 810 metri sul livello del mare, era pesantemente fortificata e per i soldati americani rappresentava un obiettivo chiave per aprire un varco verso Bologna e oltre, nel cuore dell’Italia occupata.

La collina di Hill 810 – vero nome Poggio Stancalasino – con le sue trincee e le postazioni tedesche scavate nella roccia, si rivelò un obiettivo difficile da conquistare. Le truppe statunitensi, supportate dai partigiani italiani, dovettero affrontare aspri combattimenti su terreni ripidi e scoscesi, con il continuo rischio di esplosioni di mine e il costante fuoco nemico. Nei giorni dal 9 al 24 settembre, le forze americane riuscirono a conquistare e a perdere la posizione più volte, a causa delle difese tedesche fortificate e della sofisticata rete di tunnel e postazioni che permetteva ai difensori di resistere a lungo, pur sotto intenso fuoco nemico.

Le operazioni iniziarono il 10 settembre 1944 con l’avanzata dei reggimenti di fanteria da Legri, nel comune di Calenzano, verso la zona di Montepiano. Passando dalle Croci e il Monte Maggiore, giunsero l’11 settembre a Sofignano e Montecuccoli, superando e annientando le varie postazioni nemiche. Il 12 settembre raggiunsero Figliule, Doganaccia e Rimaggiori. Il 13 settembre, la resistenza tedesca si fece molto pressante e accanita, tanto che il 14, il fronte si fermò in queste posizioni, soprattutto a causa di un forte contrattacco composto da circa 200 fanti, che urlando e sparando si lanciarono ad ondate contro gli americani, riuscendo momentaneamente a fermarli.

I tedeschi erano ben attestati in tre punti strategici, su Poggio Montetiglioli (quota 628), Poggio Torricella (quota 791) e Poggio Stancalasino (quota 810). Su queste alture avevano predisposto ricoveri ben protetti per uomini e materiali. Tanto che, per almeno una settimana di durissimi combattimenti, riuscirono a contrastare l’avanzata degli americani verso Montepiano.

Abbiamo detto delle forze in campo. Da parte tedesca  il 754° Reggimento Granatieri della 334° Divisione di Fanteria “Phalange Aphricaine ”. Mentre da parte statunitense il 133° Reggimento di Fanteria della 34a Divisione di fanteria “Red Bull “.

Cronaca della battaglia

14 settembre 1944
II Comando del 133 Reggimento USA è presso S.Margherita il 1° Battaglione viene mandato a prendere la Q.791,Poggio Torricella, l’osservazione aerea comunica che esso, insieme a Q.810 e Q.807, è pesantemente fortificato a caposaldo d’arresto.Si tenta anche di inviare le compagnie “A” e “B” a Terenzana per attaccare la collina da Est, mentre il 2° Battaglione viene inviato a Montetiglioli per incrementare la spinta da sud.

15 Settembre
L’Artiglieria effettua per tutta la giornata salve di 15 minuti al ritmo di 10 colpi al minuto, finché alle 17,05 tutte e due i battaglioni scattano, ma poco terreno viene conquistato: la compagnia “G” arriva a Montetiglioli alle 21,50 e la Compagnia “B” si attesta a Terenzana alle 21,15.Il 3° Battaglione prende la strada Mangona-Barberino che però rimane sotto il tiro Tedesco.

16 Settembre
Appena giorno alcuni elementi della Compagnia “G” salgono a Q.662, valico Torricella, ma tutto il fronte si blocca: ovunque avvengono feroci scontri.

17 settembre
I Battaglioni ricominciano ad attaccare con l’aiuto del 168° che martella col proprio fuoco il lato est di Q.807. Alle ore 13,00 Q.810 viene presa dal 1° Battaglione ma un immediato contrattacco lo respinge giù; si attacca di nuovo e, alle 16,15 è di nuovo in mano Americana.

18 settembre
Tutta la giornata vede i reparti impegnati a tenere le posizioni, molti scontri avvengono nelle strette vallate laterali per prevenire reciproci tentativi di aggiramento. Il 1° Battaglione perde il controllo di Q.810.

19 Settembre
Alle 04,30 dopo il fuoco d’artiglieria i fanti si muovono e alle 05,15 i primi obiettivi sono raggiunti, sono catturate consistenti quantità di Tedeschi esausti ma Q.810 resiste, è un eccellente osservatorio e li rende padroni del terreno.

20 Settembre
L’attacco è compiuto delle Compagnie “A” e “B” riunite a causa delle perdite subite e dalla “C”, mentre il 3° Battaglione le copre da Q.791. Viene deciso l’impiego di lancia-fiamme e proiettili incendiari, si pensa che si potranno ottenere buoni risultati contro avversari che non è stato possibile liquidare con mezzi tradizionali. Alle 4,20 sotto la pioggia, parte l’avanzata e alle 5,40 la Compagnia “A/B” prende la casa a Q.748 ed il resto del Battaglione spinge su quota Q.810. I corazzati sono riusciti a salire sulla carrareccia della Torricella e colpiscono i capisaldi che vengono ripresi. La notte è quieta fino alle 04,45 ora alla quale gli elementi attestati a Q.810 ricevono un contrattacco e sono costretti a retrocedere a Q.791. Poggio Torricella.

21 Settembre
Alle 08,30 le due Compagnie ricominciano ad avanzare ma sono inchiodate da fuoco proveniente da Cardeto, finché il 2° Battaglione non manda alcune pattuglie a pulire quella sacca. Nella prima parte del pomeriggio poi incappano in un esteso campo di mine e filo spinato sulle pendici Est di Poggio Stancalasino, l’avanzata di nuovo si ferma temporaneamente, ma alle 18,0 ambedue le quote 807 e 810 sono saldamente in mano Americana.

22 Settembre
La resistenza è rotta. Il 133° Reggimento avanza verso la Crocetta e Montepiano.

Il Ricordo dei Caduti

Le settimane della battaglia videro il sacrificio di molti soldati e civili. Le perdite tra le fila americane furono elevate, con novantuno soldati caduti, incluso il comandante di brigata. Il colonnello William S. Schildroth, rispettato comandante del Red Bull, morì colpito da una mina, lasciando un profondo vuoto nelle truppe e un ricordo indelebile tra i civili locali. Il Grenadier-Regiment 754 della 334ª Divisione della Wehrmacht non era meno determinato a resistere. Questa unità, temprata dalla guerra in Nord Africa e impiegata in Italia fin dai primi giorni della campagna, aveva costruito postazioni ben nascoste e fortificazioni avanzate, sfruttando la topografia montuosa della Linea Gotica per rallentare l’avanzata alleata.

Anche la popolazione civile subì gravi perdite a causa del bombardamento e delle mine sparse lungo i percorsi montani. Molti abitanti di Vernio e Barberino del Mugello, oltre agli sfollati rifugiatisi in zona, persero la vita o rimasero feriti. Nonostante la difficile situazione, i civili mostrarono grande resilienza, spesso collaborando con le forze alleate e con i partigiani italiani che facevano da guide o si occupavano dei feriti. Questo sforzo comune tra truppe alleate e civili italiani è commemorato ogni anno con una cerimonia, in cui si onorano i sacrifici di coloro che combatterono per la libertà.

Il Parco Memoriale della Linea Gotica

Oggi, il Parco Memoriale della Linea Gotica di Vernio sorge sulla storica Hill 810 come tributo ai caduti di questa battaglia. Inaugurato nel 2003, il parco conserva ancora le postazioni tedesche originarie, trincee e una postazione per mortaio, da cui è possibile ammirare la vista strategica che le truppe tedesche sfruttavano per monitorare le valli del Bisenzio e del Mugello. All’interno del parco, i visitatori possono camminare lungo i sentieri utilizzati dai soldati e vedere i resti dei fortini tedeschi, testimoni della sofisticazione delle difese costruite per resistere all’assalto alleato.

Il parco è accessibile da percorsi lungo il sentiero CAI numero 20, che si snoda attraverso i monti fino a Barberino del Mugello e San Quirico di Vernio. Le lapidi commemorative e i pali per le bandiere, insieme alla vista panoramica sul Passo della Futa e sul cimitero di guerra tedesco, creano un’atmosfera solenne, permettendo ai visitatori di riflettere sull’impatto di questa battaglia. Il monumento principale è affiancato da lapidi e targhe che ricordano i soldati americani e i partigiani italiani, i cui sforzi comuni furono determinanti per l’esito della battaglia.

Ricorrenza e Celebrazioni

Il ricordo della battaglia di Hill 810 vive ancora oggi nei cuori della comunità locale. Il 20 settembre di ogni anno, o nei giorni vicini, si tiene una cerimonia di commemorazione che rende omaggio ai soldati americani e italiani caduti per la liberazione della Toscana. Nel 65º anniversario della liberazione, la comunità di Vernio ha dedicato una strada come “Via 34th Divisione di fanteria Red Bull,” un gesto simbolico che testimonia l’importanza di questa divisione per la liberazione della città e della regione.

Tra gli ospiti dell’anniversario vi fu Don Singlestad, veterano della battaglia e insignito della Medaglia al Valore Italiana, uno dei pochi americani ad aver ricevuto questo onore. La cerimonia si è svolta con la partecipazione delle autorità locali e di rappresentanti militari americani, come il generale Rick Nash, il quale, in un discorso emozionante, ha lodato l’impegno dei soldati della Red Bull nel combattimento a Hill 810. Nash ha dichiarato che l’esempio di pace e prosperità che Vernio offre oggi è un modello che si augura possa ispirare altre nazioni in conflitto.

Il Parco Memoriale della Linea Gotica, con la sua eredità storica, le sue fortificazioni e i suoi monumenti, rappresenta non solo un tributo al passato, ma un ponte tra generazioni. Questo luogo invita i visitatori a onorare il coraggio e la resilienza di chi ha combattuto, assicurando che il loro sacrificio rimanga per sempre nella memoria collettiva.

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