ricerche e testo a cura di Daniele Baggiani
Nel settembre del 1944 Orville Emil Bloch, ufficiale ventinovenne dell’esercito degli Stati Uniti, si trova a combattere sull’Appennino tosco-emiliano. La sua vicenda merita di essere ricordata: Bloch è infatti uno dei soli due soldati a cui fu concessa la Medal of Honor, la più alta onorificenza americana per atti di eroismo, per azioni compiute nel settore della Linea Gotica e del Passo del Giogo. Eppure, la sua impresa è rimasta quasi sconosciuta.
In queste righe ripercorriamo la figura e le gesta di un militare che combatté con coraggio sui nostri monti nei giorni successivi allo sfondamento della Linea Gotica, quando le truppe tedesche si ritiravano verso le alture di Monte Coloreta, a nord di Firenzuola.

Prima della guerra
Orville Emil Bloch nacque il 10 febbraio 1915 a Big Falls, nel Wisconsin, da una famiglia di immigrati tedeschi, Emil e Ottilie (Konopatzke) Bloch. Poco dopo la sua nascita, la famiglia si trasferì a Steele, nel North Dakota, dove il padre trovò lavoro come meccanico automobilistico. Nei vent’anni successivi i Bloch vissero tra le località di Streeter e Jamestown, e Emil si dedicò al commercio di carne. Quando Orville divenne abbastanza grande, cominciò ad aiutarlo nella macellazione e nella preparazione della carne, lavorando accanto a lui nella piccola attività di famiglia.
La famiglia Bloch si stabilì infine a Streeter, in un quartiere abitato per lo più da famiglie di origine tedesca. Orville era di corporatura minuta — raggiungeva appena un metro e sessanta — e per questo i compagni lo soprannominarono “Weeny”. Nonostante la statura, aveva un fisico robusto e un temperamento vivace: praticava sport e giocava nelle squadre di basket e di football del liceo.
Durante gli anni della Grande Depressione entrò nel Civilian Conservation Corps, il corpo civile di lavoro voluto dal governo Roosevelt. Lì, un consulente lo incoraggiò a iscriversi al college. Con solo 55 dollari in tasca, ma molta determinazione, Orville fu ammesso al North Dakota Agricultural College (oggi North Dakota State University), dove riuscì a ottenere un piccolo prestito per sostenere gli studi in economia agraria. Il suo percorso universitario fu più volte interrotto dalle difficoltà economiche.
Nel 1940 lasciò il college per lavorare in un supermercato Piggly Wiggly di Rochester, in Minnesota. Nel gennaio 1942 gli mancavano soltanto due crediti per laurearsi, ma non aveva abbastanza denaro per completare il corso. Pochi mesi dopo, grazie a un nuovo prestito, riuscì a diplomarsi in Scienze con indirizzo in economia agraria, coronando il sogno di una vita difficile ma intrisa di perseveranza.
Arruolamento e addestramento
Con l’ingresso degli Stati Uniti nella guerra, dopo l’attacco a Pearl Harbor, Bloch cercò di arruolarsi. Tuttavia, fu inizialmente respinto da tutte le forze armate per via della sua altezza: con i suoi 160 centimetri era un pollice sotto il limite minimo richiesto. Dopo i rifiuti della Marina e del Corpo dei Marines, riuscì infine ad entrare nell’esercito come soldato semplice, il 20 febbraio 1942.
La sua determinazione non passò inosservata. Superò brillantemente l’addestramento di base e fu ammesso, con una deroga speciale, alla Officer Candidate School di Fort Benning, in Georgia. Il 22 ottobre 1942 completò il corso e venne nominato sottotenente.
Fu quindi assegnato all’85ª Divisione di fanteria, che trascorse undici mesi di addestramento a Camp Shelby, nel Mississippi. La divisione partì per il Nord Africa la vigilia di Natale del 1943, dove completò la preparazione agli sbarchi anfibi. Nel marzo 1944 sbarcò a Napoli con il suo reparto, destinato al fronte italiano. Orville Bloch fu assegnato alla Compagnia E del 338° Reggimento di fanteria, appartenente all’85ª Divisione della 5ª Armata americana.
Il nemico in ritirata combatte ancora, oltre Firenzuola
Dopo la conquista del Passo del Giogo, il 18 settembre 1944, la colonna di uomini e mezzi della 5ª Armata americana riprese l’avanzata in direzione di Firenzuola. I reparti tedeschi in ritirata organizzarono nuove posizioni difensive sia prima del paese, nelle località di Rifredo, Barco e Casanuova, sia sulle alture a nord, mentre Firenzuola appariva già completamente devastata dai bombardamenti alleati.
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Il paese, fortunatamente evacuato il 10 settembre, era ridotto a un ammasso di macerie: anche il trecentesco palazzo comunale in pietra serena era stato distrutto. Tre divisioni americane – la 34ª, la 91ª e l’85ª – si mossero oltre i colli di Firenzuola, lungo il confine tra Toscana ed Emilia. I tedeschi risposero con un violento fuoco d’artiglieria, ma furono ostacolati da una cortina fumogena creata appositamente dalla compagnia chimica statunitense, mentre i genieri iniziavano a gettare i primi ponti Bailey sul fiume Santerno.
Nel frattempo, l’88ª Divisione “Blue Devils”, su ordine del generale Keyes, ricevette l’incarico di avanzare verso Imola. Nella notte del 21 settembre, sotto una pioggia battente, le sue avanguardie raggiunsero Castel del Rio, trovando una resistenza sempre più sporadica. A nord di Firenzuola, tuttavia, i combattimenti proseguivano: i tedeschi, pur in ritirata, opposero una tenace difesa fino al 29 settembre, quando venne conquistato il passo della Raticosa.
Il giorno successivo alla caduta del Giogo, il 19 settembre, intorno alle 16, le prime unità di fanteria americana entrarono a Firenzuola. I soldati si muovevano con cautela tra gli edifici sventrati e minati, dove le strade erano quasi irriconoscibili, sepolte sotto le macerie. Nel frattempo i tedeschi organizzavano una rapida interdizione difensiva. Mentre il grosso delle forze risaliva verso nord, lungo la dorsale che conduceva alla Raticosa passando per Covigliaio e Brento Sanico, una serie di capisaldi e centri di fuoco tentava di rallentare l’avanzata americana nella valle del Santerno, in particolare sulle alture del massiccio di Monte Coloreta.
Fu qui che le truppe dell’85ª Divisione, e in particolare il 338° Reggimento di fanteria, già impegnato duramente a Monte Altuzzo, ricevettero l’ordine di eliminare uno a uno i capisaldi tedeschi rimasti sulle creste, per liberare la linea di crinale e consentire l’avanzata verso nord.
In uno di questi combattimenti si distinse il primo tenente Orville Emil Bloch. Il 22 settembre 1944 guidò personalmente tre uomini in un attacco contro una postazione tedesca fortificata, in località Il Poggio, nei pressi di Piancaldoli. Il fuoco nemico aveva bloccato l’avanzata americana. Bloch e i suoi soldati, sfruttando un costone impervio, riuscirono ad aggirare le posizioni nemiche e a colpire da tergo il piccolo presidio: diciannove tedeschi, asserragliati nelle case del borgo e armati con cinque mitragliatrici MG, furono presi di sorpresa e catturati.
L’azione di Orville Emile Bloch
Il 22 settembre 1944 la 85ª Divisione proseguiva la sua rapida avanzata verso nord, oltre Firenzuola. Il plotone del tenente Orville Bloch faceva parte del battaglione incaricato di conquistare le alture di Monte Coloreta. Un intenso fuoco nemico proveniente dalle postazioni di mitragliatrici sulle creste bloccava ogni movimento, infliggendo gravi perdite agli americani in avanzata. Quei capisaldi dovevano essere eliminati uno a uno.
Un punto di resistenza particolarmente importante, che gli americani non potevano aggirare, si trovava su quota 724, in località Il Poggio: un piccolo gruppo di nove case coloniche che i tedeschi avevano requisito e trasformato in un centro di fuoco. Il borgo era naturalmente protetto da una ripida scarpata che scendeva verso il corso d’acqua affluente del Santerno, rendendo l’assalto frontale impossibile.
Il tenente Bloch prese allora l’iniziativa. Con soli tre volontari decise di aggirare la posizione, scendendo nel torrente e risalendo per circa 160 metri lungo la parete rocciosa fino a raggiungere un punto riparato alle spalle delle difese tedesche. Da lì, i quattro uomini avanzarono silenziosamente verso il gruppo di edifici su quota 734, sorprendendo i mitraglieri nemici. In pochi istanti riuscirono a catturarli e a mettere fuori uso le armi, aprendo la via all’avanzata del battaglione.
Per quest’azione di straordinario coraggio, Orville Emil Bloch ricevette la Medal of Honor.
Medal of Honour
- Presentation Date & Details: February 6, 1945 | Firenzuola, Italy, presented by Liutenant General Lucian K. Truscott.
- Born: February 10, 1915, Big Falls, Waupaca County, WI, USA.
- Died: May 28, 1983, Manson, WA, USA.
- Buried: Evergreen Washelli memorial Park (MH), Seattle, WA, USA.

Citation
For conspicuous gallantry and intrepidity at the risk of life above and beyond the call of duty. First Lt. Bloch undertook the task of wiping out five enemy machine-gun nests that had held up the advance in that particular sector for one day. Gathering three volunteers from his platoon, the patrol snaked their way to a big rock, behind which a group of three buildings and five machine-gun nests were located. Leaving the three men behind the rock, he attacked the first machine-gun nest alone charging into furious automatic fire, kicking over the machine gun and capturing the machine-gun crew of five. Pulling the pin from a grenade, he held it ready in his hand and dashed into the face of withering automatic fire toward this second machine-gun nest located at the corner of an adjacent building 15 yards distant. When within 20 feet of the machine gun he hurled the grenade, wounding the machine gunner, the other two members of the crew fleeing into a door of the house. Calling one of his volunteer group to accompany him, they advanced to the opposite end of the house, there contacting a machine-gun crew of five running toward this house. First Lt. Bloch and his men opened fire on the enemy crew, forcing them to abandon this machine gun and ammunition and flee into the same house. Without a moment’s hesitation, 1st Lt. Bloch, unassisted, rushed through the door into a hail of small-arms fire, firing his carbine from the hip, and captured the seven occupants, wounding three of them. First Lt. Bloch with his men then proceeded to a third house where they discovered an abandoned enemy machine gun and detected another enemy machine-gun nest at the next corner of the building. The crew of six spotted 1st Lt. Bloch the instant he saw them. Without a moment’s hesitation he dashed toward them. The enemy fired pistols wildly in his direction and vanished through a door of the house, 1st Lt. Bloch following them through the door, firing his carbine from the hip, wounding two of the enemy and capturing six. Altogether 1st Lt. Bloch had singlehandedly captured 19 prisoners, wounding six of them and eliminating a total of five enemy machine-gun nests. His gallant and heroic actions saved his company many casualties and permitted them to continue the attack with new inspiration and vigor.
Citazione
Per notevole senso del dovere e intrepidità a rischio della vita al di là del dovere. Dapprima il tenente Bloch assunse il compito di annientare cinque postazioni di mitragliatrici nemiche che avevano bloccato per un giorno l’avanzata in quel particolare settore (Firenzuola). Riunendo tre volontari del suo plotone, ha costituito una pattuglia che si è diretta verso una grande roccia dietro la quale si trovava un gruppo di tre edifici e cinque nidi di mitragliatrici. Lasciando i tre uomini dietro la roccia, attaccò da solo il primo nido di mitragliatrici caricando con un furioso fuoco automatico, bloccando la mitragliatrice e catturando i cinque mitragliatori. Tolta la sicura da una granata, la tenne pronta in mano e si lanciò in faccia al fuoco automatico verso il secondo nido di mitragliatrici situato all’angolo di un edificio adiacente, a 15 metri di distanza. Giunto nel raggio di 20 metri dal mitragliatore scagliò la granata, ferendo il mitragliere; gli altri due membri del gruppo di fuoco fuggirono verso una porta dell’abitazione. Chiamando a sé uno del suo gruppo di volontari di pattuglia, Orville Bloch e il suo soldato avanzarono verso l’estremità opposta della casa, entrando in contatto con una squadra di cinque mitragliatrici. Per prima cosa il tenente Bloch e i suoi uomini aprirono il fuoco contro il nemico, costringendolo ad abbandonare la mitragliatrice e le munizioni, fuggendo dalla casa. Senza un attimo di esitazione, il Tenente Bloch, da solo, si precipitò attraverso la porta mentre imperversava il fuoco delle armi leggere; egli sparò con la sua carabina e catturò i sette occupanti, ferendone tre. Successivamente il Tenente Bloch e i suoi uomini si sono recati in una terza casa, dove hanno scoperto una mitragliatrice nemica abbandonata e hanno individuato un altro nido di mitragliatrici all’angolo opposto dell’edificio. La squadra nemica individuò il Tenente Bloch, il quale immediatamente si precipitò verso di loro. Il nemico sparò selvaggiamente con le pistole nella sua direzione, nascondendosi nella casa; ma il Tenente Bloch li seguì sparando con il suo fucile e ferendo due nemici, mentre altri sei furono catturati. Complessivamente il Tenente Bloch catturò da solo 19 prigionieri e ferì sei soldati tedeschi, eliminando in totale cinque postazioni di mitragliatrici nemiche. Le sue azioni coraggiose ed eroiche salvarono al vita a molti uomini della sua Compagnia, permettendo loro di continuare l’attacco con rinnovato slancio e vigore.
He always said to me, so many men performed acts of valor and never got recognized for it. I was just doing my job.— ROBIN BLOCK, son of World War II Medal of Honor Recipient Orville Bloch
La carriera militare di Orville. E Bloch
Dopo la guerra, Orville Emil Bloch rimase nell’esercito, dove proseguì una lunga e brillante carriera militare. Raggiunse inizialmente il grado di capitano e fu assegnato al quartier generale del Comando dell’Estremo Oriente, con sede a Tokyo, in Giappone, proprio all’inizio del conflitto di Corea.
Nel 1951 fu promosso maggiore e, dopo la fine delle ostilità nel 1953, trasferito al quartier generale della 3ª Armata ad Atlanta. Successivamente prestò servizio al Comando dei Caraibi, nella zona del Canale di Panama.
Nel 1956 fu inviato a Seattle e nominato consigliere dell’esercito presso la 41ª Divisione di fanteria della Guardia Nazionale di Washington. Durante questo incarico ottenne la promozione a tenente colonnello. Un grave disturbo cardiaco lo tenne lontano dal teatro del Vietnam, ma continuò a servire in ruoli di responsabilità fino al congedo, avvenuto il 31 gennaio 1970, con il grado di colonnello. Avrebbe probabilmente ricevuto la promozione a generale di brigata, se le sue condizioni di salute glielo avessero consentito. Concluse così ventotto anni di servizio attivo.
Eredità
Nel 1959 Bloch fu inserito nella Hall of Fame della Infantry Officer Candidate School di Fort Benning. Due anni più tardi, nel 1961, ricevette un riconoscimento per i suoi meriti come consigliere senior del G3 dell’esercito, incaricato delle operazioni di combattimento, mentre prestava servizio a Washington D.C. Nel 1960 era stato eletto vicepresidente della Congressional Medal of Honor Society of America, e nel 1965 ricevette dalla North Dakota State University, la sua università d’origine, il premio Alumni Achievement Award per i risultati ottenuti nella carriera militare e civile.
Dopo il congedo, Bloch si stabilì a Richmond Beach, nei pressi di Seattle, dove gestiva con la famiglia un meleto affacciato sul lago Chelan. Era conosciuto nella comunità locale per la sua generosità: donava spesso casse di mele alle scuole in difficoltà economiche.
Morì serenamente il 28 maggio 1983, all’età di 68 anni, circondato dall’affetto dei suoi cari. Nel 2014, la Joint Base Lewis-McChord gli ha dedicato una strada in segno di riconoscenza.
Sepoltura
Orville Emil Bloch riposa nell’Evergreen-Washelli Memorial Park di Seattle, Washington, sezione W, lotto 0215, tomba 1.
Memoria
Oggi la figura di Orville Emil Bloch resta legata non solo al valore personale riconosciuto con la Medal of Honor, ma anche alla storia di questi luoghi. La sua azione del 22 settembre 1944, condotta tra le rocce e i boschi di Firenzuola, contribuì allo sfondamento della Linea Gotica e all’avanzata verso la Pianura Padana degli Alleati.
Ricordare il suo nome significa restituire voce a uno dei molti soldati che, con coraggio e determinazione, combatterono su queste montagne per la libertà dell’Italia.
Bibliografia
- Army Website, Medal of Honor Recipients, WWII
- The National Archives, Access to Archival Databases, Enlistment Records
- Find a Grave, Memorials
- Donald K. and Helen L. Ross, Washington State Men of Valor (Burley, Washington: Coffee Break Press, 1980);
- “National Guard Adviser Named,” The Seattle Daily Times, July 4, 1956, p. 19;
- “Seattleites Parade at Inauguration,” Ibid., January 21, 1957, p. 6;
- “War Heroes To Be Feted at White House,” Ibid., April 25, 1963, p. 5;
- “Sunburnt Soldiers Sweat Out Training,” Ibid., June 21, 1968, p. 4;
- “Loyalty Day Ceremonies To Be Held at Ingraham,” Ibid., 1975, p. 25;
- “No Gas? There’s Plenty To Do Close to Home,” Ibid., May 23, 1979, p. 43;
- Don Duncan, “A Final Tribute to Orville Bloch,” Ibid., June 3, 1983, p. 50.











