Ottobre 1944. l’avanzata della Quinta Armata in Appennino

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Oltre la Linea Gotica. La difesa tedesca in Appennino

Nel settembre 1944, dopo il ritiro dalla prima Linea Gotica, le forze tedesche iniziarono retrocedere utilizzando ogni altura come centro di fuoco per rallentare l’avanzata degli Alleati. Esattamente come avevano fatto a luglio in Toscana, ma in maniera forse ancora più efficace. Il progresso delle truppe di Mark Wyne Clark fu lentissimo e molto costoso in termini di vite umane. Dopo la presa di Passo del Giogo e di Firenzuola iniziò una fase di continui combattimenti in ogni centro e su ogni rilievo posto lungo le direttrici verso nord. I soldati americani avanzarono sotto la pioggia e nel fango all’interno di un vero e proprio labirinto di fuoco, messi costantemente in pericolo dall’artiglieria e dalla fanteria tedesca. La proverbiale mobilità dei reparti di Kesselring rendeva impossibile prevedere le mosse del nemico. Dietro ogni curva, in ogni casa, su ogni promontorio potevano esserci nidi di mitragliatrici pronti a sparare. La Auftrangstaktik era perfetta per condurre la guerra difensiva in Appennino. Mentre i tedeschi ripiegavano prendendo tempo, si costituivano le nuove linee difensive oltre il Passo della Futa e la  Valle del Santerno.

Nel mese di ottobre 1944, la Quinta Armata Americana, comandata dal generale Clark dovette affrontare con un alto costo di vite umane la resistenza delle divisioni tedesche, ben posizionate lungo i crinali dell’Appennino. Vediamo in breve quale fi la progressione dei differenti reparti sulle principali direttrici verso la Pianura Padana.

La 85th Infantry Division attacca tra Idice e Sillaro

Il 5 ottobre 1944, la 85th Infantry Division, parte del II Corps, lanciò un attacco tra le valli dei fiumi Idice e Sillaro appena a est sulla direttrice di Bologna. La Divisione riuscì a conquistare Monte Bibele, che domina la Valle dell’Idice vicino a Bisano, ma l’avanzata si fermò rapidamente presso il Monte delle Formiche, un punto strategico difeso saldamente dalle forze tedesche. Il Monte delle Formiche era fortemente presidiato dalla 362. Infanterie-Division, dalla 65. Infanterie-Division e dalla 98. Infanterie-Division, che facevano parte della 14. Armee. Nonostante l’intensivo supporto dell’artiglieria e il supporto aereo, le forze alleate non riuscirono a sfondare la resistenza tedesca, che utilizzò il terreno montuoso a suo favore.

Un altro reggimento della 85th Division tentò di avanzare verso Monterenzio, ma fu bloccato da gole profonde e terreni aperti che offrivano un netto vantaggio alla difesa tedesca. Le condizioni meteorologiche sfavorevoli, che limitarono l’efficacia dei mezzi corazzati e del supporto aereo, contribuirono a rallentare l’avanzata. La 85th Division continuò a fare progressi, ma a un ritmo molto più lento rispetto a quanto previsto.

Una svolta parve arrivare il 12 ottobre con la conquista a caro prezzo del Monte delle Formiche, caratterizzato da pareti rocciose ripide e una vista che dominava la Valle dell’Idice fino alla Statale 65. Il 10 ottobre 1944, il 2° Battaglione del 338° Reggimento della 85ª Divisione USA ricevette l’ordine di conquistare la vetta. I tedeschi difendevano l’area con mitragliatrici, mortai e posizioni fortificate a protezione della montagna. Nonostante le difficoltà del terreno e l’intensa opposizione, gli americani riuscirono a guadagnare terreno. Il 1° Plotone attaccò Maceratoio, conquistando il villaggio e catturando prigionieri, mentre il resto del battaglione si preparava per l’assalto a Cà del Monte. Il 11 ottobre, i tedeschi lanciarono un contrattacco, ma grazie al supporto di artiglieria e carri armati, le forze americane mantennero le posizioni. Il 12 ottobre, l’attacco finale portò alla conquista della cima del monte, nonostante nuovi tentativi di recupero da parte nemica.

La 91st Infantry Division conquista di Loiano

Lo stesso 5 ottobre 1944 la 91st Infantry Division, impegnata nell’assalto lungo la Valle dell’Idice, riesce a conquistare Loiano, un villaggio situato sul crinale che separa le valli dell’Idice e del Savena. Questo crinale, con le sue pendici ripide, costituiva una posizione difensiva naturale che i tedeschi avevano fortificato. Tuttavia, dopo aver conquistato Loiano, gli Alleati tentarono di prendere il Monte Castellari, a circa 3 km a nord, ma l’assalto non ebbe successo inizialmente. I soldati della 91st Infantry Division, senza il supporto di una preparazione artiglieristica adeguata, fallirono nell’attacco. La resistenza tedesca, sostenuta dalla 65. Infanterie-Division e dalla 362. Infanterie-Division, bloccò l’avanzata alleata.

Solo il 9 ottobre, dopo un attacco più mirato, un piccolo distaccamento della 91st Division riuscì finalmente a conquistare la cima, un punto strategico che consentiva di bloccare il progresso delle forze americane. La battaglia per Monte Castellari fu tanto combattuta da causare circa 1.400 perdite tra le forze alleate. Prendere ogni altura aveva un costo enorme.

La 88ª Infantry Division conquista Poggio del Falchetto e Monte delle Tombe

L’8 ottobre 1944, la 88th Infantry Division (USA), dislocata lungo la Valle del Sillaro, ottenne una vittoria decisiva conquistando il Poggio del Falchetto e il Monte delle Tombe a nord del paese di Sassoleone, posizioni chiave nel crinale del Sillaro. Questi obiettivi erano fortemente difesi dalla 4. Fallschirmjäger-Division e dalla 334. Infanterie-Division, che avevano trincerato la zona. La resistenza tedesca fu feroce, ma la 88th Division riuscì a forzare le linee nemiche, nonostante le difficoltà imposte dalle condizioni climatiche. La nebbia e la pioggia ostacolarono il supporto aereo, ma non impedirono la conquista dei due obiettivi strategici. Tuttavia, le forze alleate dovettero affrontare nuove difficoltà logistiche e di coordinamento, rallentando ulteriormente la loro avanzata.

La 34ª Infantry Division e l’assalto a Monterumici

Il 9 ottobre 1944 la 34th Infantry Division, soprannominata “Red Bull”, avanzò nella Valle del Setta. Dopo aver liberato Pian del Voglio, Montefredente e Madonna dei Fornelli, l’obiettivo successivo era Monte Galletto, che venne conquistato il 2 ottobre; e poi Monte Venere, preso il 4 ottobre. Le forze della 34th Division si diressero successivamente verso Monterumici, una posizione fortificata difesa dalla 16. Waffen-SS Panzergrenadier-Division e dal battaglione di Reder, responsabile della strage di Marzabotto.

Nonostante gravi perdite, la divisione avanzò, obbligando i tedeschi a ritirarsi verso posizioni più forti nelle valli del Savena e del Setta. La resistenza tedesca, tuttavia, non cedette facilmente, e la battaglia continuò a infuriare anche nei giorni successivi.

La 91ª Infantry Division conquista di Livergnano

Dopo aver raggiunto Monte Castellari, la 91st Infantry Division concentrò i suoi sforzi sul baluardo di, Livergnano, situato tra le valli del Savena e dell’Idice. Questo villaggio, cruciale per il controllo dell’Appennino, era difeso dalla 65. Infanterie-Division. Dopo un’intensa preparazione con bombardamenti aerei e terrestri, e una migliore visibilità che permise alle forze alleate di coordinare meglio l’assalto, il 14 ottobre i tedeschi si ritirarono furtivamente da Livergnano, lasciando il campo alle truppe americane. La ritirata tedesca si concentrò verso le nuove posizioni difensive di Monte Adone e Monte Sole, dove si stabilirono fino alla primavera successiva.

La 34ª Infantry Division e la Liberazione di Scascoli e Anconella

Il 15 ottobre 1944, la 34th Infantry Division libera le località di Scascoli e Anconella, situate nella Valle del Savena, a sud di Livergnano.

Le Perdite Alleate

Dal 10 al 15 ottobre 1944, le perdite alleate in questo settore ammontarono a 2.491 uomini, un dato che segnò un punto critico nella campagna.

Il consolidamento del fronte

Dopo il 15 ottobre il fronte è consolidato. Da est a ovest i tedeschi tengono Monte Fortuna e Monte Taverna a destra della Valle del Santerno, Monte Spaduro, Monte Grande a destra della Val di Sillaro, Monte Belmonte in Val di Zena, e Monte Adone a sinistra del torrente Savena, sfruttando la fortificazione naturale delle pareti strapiombanti del contrafforte pliocenico dei gessi. Con la ritirata tedesca nelle nuove posizioni fortificate lungo la Linea Cesare, come fu denominata questa ennesima linea difensiva, gli Alleati si trovarono a dover affrontare nuove difficoltà logistiche e a fare i conti con la carenza di riserve. Le forze tedesche, pur ritirandosi, continuarono a mantenere una solida resistenza.

La Pausa Invernale

L’intensificarsi delle difficoltà portò alla sospensione temporanea delle operazioni. L’arrivo dell’inverno segna la fine delle offensive su larga scala.  La Linea Gotica rimase una delle linee difensive più resistenti fino alla ripresa delle operazioni nel 1945.

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