Riscopriamo Amedeo Montemaggi, grande storico della Linea Gotica

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di Daniele Baggiani

Le sue opere e il suo insegnamento

La memoria storica collega passato e presente, fornendo strumenti essenziali per interpretare le dinamiche del nostro mondo. Come ricorda Cicerone, la storia è «testimone del tempo, luce della verità e maestra di vita»[1]. Preservare il passato significa mantenerlo vivo e fornire strumenti utili per comprendere il presente e orientare le riflessioni sul futuro.

Tra coloro che hanno dedicato il proprio impegno alla memoria della Seconda Guerra Mondiale in Italia, Amedeo Montemaggi si distingue per la sua approfondita analisi dell’offensiva sulla Linea Gotica, e in particolare della Battaglia di Rimini (13-21 settembre 1944), argomenti che rimasero sempre al centro dei suoi interessi.

Storico scrupoloso e intellettualmente versatile, Amedeo Montemaggi ha intrecciato le vicende locali riminesi con una più ampia analisi delle dinamiche militari e delle loro implicazioni politiche e sociali. La sua esperienza giornalistica gli ha permesso di rendere accessibili temi complessi. Linea Gotica 1944, scontro di civiltà[2] sintetizza anni di studio, esplorando con profondità le offensive alleate sugli Appennini e la Battaglia di Rimini fin nelle loro implicazioni geopolitiche. La capacità di Montemaggi di passare dal particolare al generale, dal rigore della ricerca intorno alle operazioni militari alla sintesi interpretativa è ciò che maggiormente contraddistingue la sua opera.

Imprescindibile la trilogia di Montemaggi: Linea Gotica 1944. La battaglia di Rimini e lo sbarco in Grecia (2002), Linea Gotica 1944, scontro di civiltà (2006) e Clausewitz sulla Linea Gotica (2008)[3]. Un corpus che appare essenziale conoscere per comprendere il livello di complessità di quanto avvenuto sul fronte italiano.

Rimini è il centro da cui si irradia la ricerca. Teatro di scontri incessanti, la città subì 396 bombardamenti ed ebbe oltre 600 vittime civili. I caduti alleati si stimano in circa 4.000, contro 2-3.000 perdite dell’Asse. Un bilancio terribile, che ha lasciato cicatrici profonde nella coscienza della Romagna. Amedeo Montemaggi affronta e chiarisce il dipanarsi dei pesanti eventi bellici fin dalle sue prime opere Offensiva della Linea Gotica: autunno 1944 (1980) e Savignano ‘44: dal Rubicone a Bologna. La mancata liberazione del Nord Italia (1985), gettando le basi per una comprensione profonda di questa drammatica fase del conflitto[4].

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[1] Marco Tullio Cicerone, De Oratore, II, 36, 152, Torino, UTET, 2005.
[2] A. Montemaggi, Linea Gotica 1944: scontro di civiltà, Rimini, Museo dell’Aviazione, 2006.
[3] A. Montemaggi, La Linea Gotica 1944. La battaglia di Rimini e lo sbarco in Grecia decisivi per l’Europa sud-orientale e il Mediterraneo, Rimini, Museo dell’Aviazione, 2002; Id., Linea Gotica 1944. Scontro di civiltà, cit.; Id., Clausewitz sulla Linea Gotica. Come la superiore tattica tedesca riuscì a bloccare l’attacco dei soverchianti eserciti alleati, Imola, Angelini Editore, 2008.
[4] A. Montemaggi, Offensiva della Linea Gotica: autunno 1944, Rimini, Museo dell’Aviazione, 1980; Id., Savignano ‘44: dal Rubicone a Bologna. La mancata liberazione del Nord Italia, Rimini, Museo dell’Aviazione, 1985. Quest’ultima opera offre un’accurata ricostruzione delle due battaglie di Savignano, dal 22 settembre all’11 ottobre 1944, e delle loro implicazioni nel contesto più ampio della Linea Gotica.

La collaborazione con Douglas Orgill

Certo l’impulso a questi lavori fu inizialmente alimentato dal rapporto di Montemaggi con Douglas Orgill, autore del pionieristico The Gothic Line: The Autumn Campaign in Italy 1944 (1967)[1]. Orgill, tra i primi storici della Campagna d’Italia, riconobbe l’importanza strategica della Linea Gotica, ispirando Montemaggi a esplorare in profondità gli eventi che la caratterizzarono. Montemaggi, a propria volta, contribuì alle ricerche di Orgill mettendo a disposizione dello storico britannico il frutto del suo rigoroso lavoro archivistico e le interviste fin lì realizzate con i veterani e i testimoni diretti dei fatti. Una collaborazione importante quella tra i due storici che consolida la reputazione di Montemaggi come studioso meticoloso delle fonti primarie.

L’ultimo libro di Montemaggi, coerente con l’approccio dal particolare al generale che lo caratterizza è Clausewitz sulla Linea Gotica: come la superiore tattica tedesca riuscì a bloccare l’attacco dei soverchianti eserciti alleati (2008). In quest’ opera, Montemaggi identifica la chiave dei fallimenti dell’offensiva alleata in Italia nella tattica tedesca della «difesa aggressiva» applicata dalla Wehrmacht – e da Kesselring, comandante delle operazioni in Italia[2]. Tattica che fu impiegata a partire dallo sbarco a Salerno nel settembre 1943 e affinata lungo quindici mesi di aspri combattimenti a nord di Roma. L’Auftragstaktik o «tattica del compito», valorizza infatti l’autonomia dei comandanti subordinati, garantendo flessibilità e adattabilità sul campo alle operazioni militari, caratterizzate da aggressività ed estrema mobilità. Una concezione della guerra di movimento che fa riferimento agli insegnamenti del generale prussiano Carl von Clausewitz, diffusisi con il celebre trattato Vom Kriege, pubblicato postumo nel 1832, caposaldo della teoria militare moderna[3].

Partendo dallo studio di episodi puntuali, come la mancata chiusura delle tenaglie intorno ai reparti tedeschi presso Coriano, Monte Battaglia nel settembre 1944 o il successivo stallo sulla SS65 nei pressi di Livergnano e Pianoro nell’ottobre dello stesso anno, Montemaggi costrui­sce interpretazioni che illuminano le dinamiche più complesse del conflitto, interpretazioni che risultano ormai acquisite dalla storiografia.

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[1] D. Orgill, The Gothic Line: The Autumn Campaign in Italy, 1944. New York: W. W. Norton & Company, 1967.
[2] Il racconto di Albert Kesserling, il quale, dal suo punto di vista riferisce, della ritirata della Wehrmacht verso il Norditalia dà conto delle scelte tattiche in questo senso: A. Kesselring, Soldat bis zum letzten (1953), trad. it Soldato fino all’ultimo giorno, Milano, Longanesi, 1955.
[3] Carl von Clausewitz, Vom Kriege, Berlin, Dümmlers Verlag, 1832.

Necessità di una storia unitaria della Linea Gotica

Tra i suggerimenti di Montemaggi si distingue l’idea di promuovere una prospettiva unitaria di ricerca e interpretazione dei fatti della Linea Gotica, dal Tirreno all’Adriatico, durante il periodo compreso tra l’agosto 1944 e l’aprile 1945. A tale scopo nel 1994 Montemaggi fonda a Rimini il Centro Internazionale di Documentazione sulla Linea Gotica, istituzione pensata per raccogliere, conservare e divulgare le fonti storiche relative a un fronte di primo piano della guerra. Concepito come archivio privato di Montemaggi aperto al pubblico e luogo di dibattito, il Centro necessita oggi di una significativa rivitalizzazione per poter esprimere appieno il suo potenziale, sia in ambito accademico sia in campo divulgativo, come auspicato dal suo fondatore.

Le acquisizioni di Amedeo Montemaggi dal particolare al generale si rivelano centrali per affrontare alcune questioni interpretative di grande rilevanza nel periodo postbellico. Tra queste, spicca il dibattito sulla strategia di Winston Churchill, la cui scelta di concentrare gli sforzi sulla Campagna d’Italia è stata oggetto di un’ampia e articolata discussione storiografica. Churchill riteneva che l’apertura di un fronte meridionale avrebbe obbligato l’Asse a disperdere le proprie forze, alleggerendo la pressione sul fronte orientale e agevolando l’avanzata sovietica. Inoltre, questa strategia mirava a garantire un accesso diretto ai Balcani, considerati un’area strategica sia per limitare l’influenza tedesca sia, indirettamente, per contenere e anticipare l’avanzata russa verso il cuore dell’Europa.

Churchill e la revisione del significato della Campagna d’Italia

Le ricerche di Montemaggi evidenziano come la strategia promossa da Churchill abbia causato una logorante campagna di guerra sul suolo italiano molto costosa in uomini e risorse. La resistenza nazifascista lungo la Linea Gotica si rivelò feroce e, in molti casi, efficace nel rallentare l’avanzata alleata. Douglas Orgill, nel suo studio sulla Linea Gotica, già sottolineava come le forze dell’Asse traessero grande vantaggio dalle robuste difese approntate sui rilievi appenninici che trasformarono l’area in un vero e proprio labirinto di fuoco. In questo contesto, le truppe tedesche, supportate dall’Esercito Nazionale Repubblicano della RSI, riuscirono a infliggere perdite inaspettate alle forze britanniche e americane che furono costrette a rallentare l’offensiva, destinandola al fallimento.

Per comprendere l’importanza del tema, si può considerare un episodio apparentemente marginale, quasi aneddotico, quello dei D-Day Dodgers. Questa espressione dispregiativa, coniata dalla viscontessa Nancy Astor, fu usata per identificare i soldati alleati impegnati nella Campagna d’Italia, accusati, in modo derisorio, di sottrarsi ai combattimenti sul fronte principale in Normandia e di dedicarsi a un’improbabile forma di turismo. La ballata satirica del sergente Harry Pynn (1944)[1] testimonia come i soldati impegnati in Italia abbiano affrontato alcune delle battaglie più dure del conflitto, subendo derisioni al loro rientro in patria in quanto considerati combattenti su un fronte ‘secondario’. Un fronte che a un certo punto fu presentato al pubblico con stereotipi che ne ridicolizzavano l’importanza. Numerose testimonianze raccontano delle burle ai veterani della Campagna d’Italia, frutto di una narrativa che serviva a negare le difficoltà incontrate e le perdite subite. La marginalizzazione della Linea Gotica nel dibattito storico riflette complesse dinamiche politiche e strategiche. Montemaggi ha contribuito a riscoprirne il ruolo cruciale, facendone un argomento storiografico di primo piano.

Si giunge per questa via al lavoro di James Holland, che nel suo ampio e documentato volume Italy’s Sorrow: A Year of War, 1944–1945, ha rivalutato la seconda fase della Campagna d’Italia dopo la presa di Roma il 4 giugno 1944 nel contesto globale della Seconda Guerra Mondiale[2]. Holland ha confermato l’importanza della scelta di tenere impegnata la Wehrmacht su molteplici fronti, ma ha voluto dare rilievo alla brutalità degli scontri sul territorio italiano, con i conseguenti ritardi accumulati dagli Alleati i quali, in ultima analisi, favorirono l’arrivo delle forze sovietiche a Berlino prima degli eserciti occidentali.

Montemaggi aveva già sottolineato come le divergenze strategiche tra Roosevelt e Churchill si fossero riflesse non solo sull’andamento delle operazioni militari, ma anche sugli equilibri tra le nazioni del dopoguerra. Tali divergenze si manifestarono chiaramente nella conduzione della Campagna d’Italia, dove le priorità dei due alleati spesso si scontrarono con le realtà operative sul campo. Churchill vedeva nella pressione sul fronte italiano un mezzo per alleggerire il peso sull’Unione Sovietica e, al contempo, per proteggere l’Europa sud-orientale dalla prevedibile espansione sovietica. Roosevelt, invece, era più concentrato sull’apertura di un secondo fronte in Europa occidentale, considerato decisivo per accelerare la caduta della Germania nazista.

Questa divergenza di visioni contribuì a rallentare l’avanzata alleata lungo la Linea Gotica trasformando il fronte italiano in una campagna di logoramento. La Wehrmacht, sfruttando il terreno montuoso e le difese fortificate dall’Organizzazione Todt, riuscì a prolungare la propria resistenza ben oltre le aspettative iniziali, con gravi ripercussioni sia in termini di perdite umane che di risorse.

Montemaggi, nelle sue analisi, ha messo in luce tra i primi la conseguenza di questi ritardi: favorire l’avanzata sovietica verso Berlino, con riflessi importanti sugli assetti postbellici e la conseguente Guerra Fredda.

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[1] Sulla ballata satirica composta da Harry Pynn D-Day Dodgers del 1944 vedi D.G. Dancocks, D-Day Dodgers: The Canadians in Italy, 1943–1945, Toronto, McClelland & Stewart, 1991.
[2] J. Holland, Italy’s Sorrow: A Year of War, 1944–1945, New York, St. Martin’s Press, 2008.

Leggi l’articolo di approfondimento (24 pagine)

Il presente articolo è stato ampliato dall’autore in un testo qui disponibile in PDF con il seguente riferimento bibliografico:
D. BAGGIANI, Amedeo Montemaggi studioso della Linea Gotica. Dal giornalismo alla storia militare, 2025, 24 pp.

Alcune copertine dei suoi libri

La canzone D-Day Dodgers

L’offensiva della Linea Gotica e la liberazione di Rimini: il filmato

con la consulenza di Amedeo Montemaggi

Assalto alla Linea Gotica, documentario “History Channel”

consulenza storica di Thomas Row e Amedeo Montemaggi

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