Vernio (PO) // Parco Memoriale della Linea Gotica

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Come raggiungerlo

Per raggiungere il Parco Memoriale della Linea Gotica, in auto, se vieni da Firenze, prendi l’autostrada A1 in direzione Bologna e esci a Barberino di Mugello. Da lì, segui le indicazioni per Vernio e successivamente per il Passo del Giogo, dove si trova il parco. In treno la stazione ferroviaria più vicina è Vernio. Da lì, puoi prendere un taxi o un autobus per il parco, che si trova a circa 10 km dalla stazione.

Per raggiungere il parco, puoi seguire questi percorsi:

  • Da Barberino del Mugello: prendi la strada provinciale che collega Barberino a Montepiano. Dopo circa 2 chilometri da Mangona, troverai un cartello che indica l’accesso al parco. Da lì, segui il sentiero CAI 20 per circa 500 metri.
  • Da San Quirico di Vernio: percorri la strada comunale della Torricella, che collega San Quirico a Mangona. Da San Quirico, sali verso la frazione di Celle su via della Piaggia Alta, poi svolta a sinistra seguendo l’indicazione per Barberino del Mugello. L’accesso al parco è segnalato da un cartello sul culmine del poggio, dove la strada diventa sterrata. Da qui, è necessario camminare per circa un chilometro.

Il parco è sempre accessibile e offre una vista panoramica tra la Val di Bisenzio e il Mugello, conservando alcune delle difese del caposaldo tedesco.

Breve storia

Il Parco Memoriale della Linea Gotica è stato inaugurato nel 2003 per commemorare gli eventi legati alla Linea Gotica. Il parco si trova a Vernio, in provincia di Prato, sulla storica Collina di Hill 810 (Poggio Stancalasino), dove si svolsero alcuni dei combattimenti più duri tra le truppe alleate, principalmente americane, e quelle tedesche.

Il parco è stato inaugurato grazie all’impegno del Comune di Vernio, in collaborazione con le associazioni di partigiani e altre realtà locali, con l’obiettivo di preservare la memoria di questi eventi storici. Commemora i sacrifici dei soldati alleati e tedeschi, nonché della popolazione civile che subì gravi perdite durante il conflitto.

Oggi, il parco conserva le fortificazioni tedesche originali, trincee, e altre strutture difensive, e offre ai visitatori l’opportunità di riflettere sul valore della pace e sulle sofferenze di coloro che vissero quegli eventi in quei tragici giorni del settembre 1944.

Strada Provinciale 36 da Barberino del Mugello in Località Casino/Cirignano, verso Montepiano. Circa 10 km da Barberino del Mugello.

Il Ricordo dei Caduti

Le settimane della battaglia videro il sacrificio di molti soldati e civili. Le perdite tra le fila americane furono elevate, con novantuno soldati caduti, incluso il comandante di brigata. Il colonnello William S. Schildroth, rispettato comandante del Red Bull, morì colpito da una mina, lasciando un profondo vuoto nelle truppe e un ricordo indelebile tra i civili locali. Il Grenadier-Regiment 754 della 334ª Divisione della Wehrmacht non era meno determinato a resistere. Questa unità, temprata dalla guerra in Nord Africa e impiegata in Italia fin dai primi giorni della campagna, aveva costruito postazioni ben nascoste e fortificazioni avanzate, sfruttando la topografia montuosa della Linea Gotica per rallentare l’avanzata alleata.

Anche la popolazione civile subì gravi perdite a causa del bombardamento e delle mine sparse lungo i percorsi montani. Molti abitanti di Vernio e Barberino del Mugello, oltre agli sfollati rifugiatisi in zona, persero la vita o rimasero feriti. Nonostante la difficile situazione, i civili mostrarono grande resilienza, spesso collaborando con le forze alleate e con i partigiani italiani che facevano da guide o si occupavano dei feriti. Questo sforzo comune tra truppe alleate e civili italiani è commemorato ogni anno con una cerimonia, in cui si onorano i sacrifici di coloro che combatterono per la libertà.

Ricorrenza e Celebrazioni

Il ricordo della battaglia di Hill 810 vive ancora oggi nei cuori della comunità locale. Il 20 settembre di ogni anno, o nei giorni vicini, si tiene una cerimonia di commemorazione che rende omaggio ai soldati americani e italiani caduti per la liberazione della Toscana. Nel 65º anniversario della liberazione, la comunità di Vernio ha dedicato una strada come “Via 34th Divisione di fanteria Red Bull,” un gesto simbolico che testimonia l’importanza di questa divisione per la liberazione della città e della regione.

Tra gli ospiti dell’anniversario vi fu Don Singlestad, veterano della battaglia e insignito della Medaglia al Valore Italiana, uno dei pochi americani ad aver ricevuto questo onore. La cerimonia si è svolta con la partecipazione delle autorità locali e di rappresentanti militari americani, come il generale Rick Nash, il quale, in un discorso emozionante, ha lodato l’impegno dei soldati della Red Bull nel combattimento a Hill 810. Nash ha dichiarato che l’esempio di pace e prosperità che Vernio offre oggi è un modello che si augura possa ispirare altre nazioni in conflitto.

Il Parco Memoriale della Linea Gotica, con la sua eredità storica, le sue fortificazioni e i suoi monumenti, rappresenta non solo un tributo al passato, ma un ponte tra generazioni. Questo luogo invita i visitatori a onorare il coraggio e la resilienza di chi ha combattuto, assicurando che il loro sacrificio rimanga per sempre nella memoria collettiva.

La Battaglia di Vernio per la Hill 810

Tra il 9 e il 24 settembre 1944, le colline di Vernio (PO) e Barberino del Mugello (FI) furono teatro di scontri violentissimi tra il 133rd Infantry Regiment della 34ª Divisione di Fanteria “Red Bulls” degli Stati Uniti e il Grenadier-Regiment 754 della 334ª Divisione di Fanteria tedesca della Wehrmacht, conosciuto come “Phalange Africaine.” La Linea Gotica, un sistema di fortificazioni imponente costruito dai tedeschi sulle montagne italiane, estendendosi dal Mar Tirreno al Mare Adriatico, rappresentava una delle ultime barriere per le truppe alleate in avanzata verso nord. Vernio, situata nelle lussureggianti colline toscane, costituiva un punto strategico di questa linea difensiva: Hill 810. Questa collina, dal nome che rifletteva la sua altezza di 810 metri sul livello del mare, era pesantemente fortificata e per i soldati americani rappresentava un obiettivo chiave per aprire un varco verso Bologna e oltre, nel cuore dell’Italia occupata.

La collina di Hill 810 – vero nome Poggio Stancalasino – con le sue trincee e le postazioni tedesche scavate nella roccia, si rivelò un obiettivo difficile da conquistare. Le truppe statunitensi, supportate dai partigiani italiani, dovettero affrontare aspri combattimenti su terreni ripidi e scoscesi, con il continuo rischio di esplosioni di mine e il costante fuoco nemico. Nei giorni dal 9 al 24 settembre, le forze americane riuscirono a conquistare e a perdere la posizione più volte, a causa delle difese tedesche fortificate e della sofisticata rete di tunnel e postazioni che permetteva ai difensori di resistere a lungo, pur sotto intenso fuoco nemico.

Le operazioni iniziarono il 10 settembre 1944 con l’avanzata dei reggimenti di fanteria da Legri, nel comune di Calenzano, verso la zona di Montepiano. Passando dalle Croci e il Monte Maggiore, giunsero l’11 settembre a Sofignano e Montecuccoli, superando e annientando le varie postazioni nemiche. Il 12 settembre raggiunsero Figliule, Doganaccia e Rimaggiori. Il 13 settembre, la resistenza tedesca si fece molto pressante e accanita, tanto che il 14, il fronte si fermò in queste posizioni, soprattutto a causa di un forte contrattacco composto da circa 200 fanti, che urlando e sparando si lanciarono ad ondate contro gli americani, riuscendo momentaneamente a fermarli.

I tedeschi erano ben attestati in tre punti strategici, su Poggio Montetiglioli (quota 628), Poggio Torricella (quota 791) e Poggio Stancalasino (quota 810). Su queste alture avevano predisposto ricoveri ben protetti per uomini e materiali. Tanto che, per almeno una settimana di durissimi combattimenti, riuscirono a contrastare l’avanzata degli americani verso Montepiano.

Abbiamo detto delle forze in campo. Da parte tedesca  il 754° Reggimento Granatieri della 334° Divisione di Fanteria “Phalange Aphricaine ”. Mentre da parte statunitense il 133° Reggimento di Fanteria della 34a Divisione di fanteria “Red Bull “.

Cronaca della Battaglia

14 settembre 1944
II Comando del 133 Reggimento USA è presso S.Margherita il 1° Battaglione viene mandato a prendere la Q.791,Poggio Torricella, l’osservazione aerea comunica che esso, insieme a Q.810 e Q.807, è pesantemente fortificato a caposaldo d’arresto.Si tenta anche di inviare le compagnie “A” e “B” a Terenzana per attaccare la collina da Est, mentre il 2° Battaglione viene inviato a Montetiglioli per incrementare la spinta da sud.

15 Settembre
L’Artiglieria effettua per tutta la giornata salve di 15 minuti al ritmo di 10 colpi al minuto, finché alle 17,05 tutte e due i battaglioni scattano, ma poco terreno viene conquistato: la compagnia “G” arriva a Montetiglioli alle 21,50 e la Compagnia “B” si attesta a Terenzana alle 21,15.Il 3° Battaglione prende la strada Mangona-Barberino che però rimane sotto il tiro Tedesco.

16 Settembre
Appena giorno alcuni elementi della Compagnia “G” salgono a Q.662, valico Torricella, ma tutto il fronte si blocca: ovunque avvengono feroci scontri.

17 settembre
I Battaglioni ricominciano ad attaccare con l’aiuto del 168° che martella col proprio fuoco il lato est di Q.807. Alle ore 13,00 Q.810 viene presa dal 1° Battaglione ma un immediato contrattacco lo respinge giù; si attacca di nuovo e, alle 16,15 è di nuovo in mano Americana.

18 settembre
Tutta la giornata vede i reparti impegnati a tenere le posizioni, molti scontri avvengono nelle strette vallate laterali per prevenire reciproci tentativi di aggiramento. Il 1° Battaglione perde il controllo di Q.810.

19 Settembre
Alle 04,30 dopo il fuoco d’artiglieria i fanti si muovono e alle 05,15 i primi obiettivi sono raggiunti, sono catturate consistenti quantità di Tedeschi esausti ma Q.810 resiste, è un eccellente osservatorio e li rende padroni del terreno.

20 Settembre
L’attacco è compiuto delle Compagnie “A” e “B” riunite a causa delle perdite subite e dalla “C”, mentre il 3° Battaglione le copre da Q.791. Viene deciso l’impiego di lancia-fiamme e proiettili incendiari, si pensa che si potranno ottenere buoni risultati contro avversari che non è stato possibile liquidare con mezzi tradizionali. Alle 4,20 sotto la pioggia, parte l’avanzata e alle 5,40 la Compagnia “A/B” prende la casa a Q.748 ed il resto del Battaglione spinge su quota Q.810. I corazzati sono riusciti a salire sulla carrareccia della Torricella e colpiscono i capisaldi che vengono ripresi. La notte è quieta fino alle 04,45 ora alla quale gli elementi attestati a Q.810 ricevono un contrattacco e sono costretti a retrocedere a Q.791. Poggio Torricella.

21 Settembre
Alle 08,30 le due Compagnie ricominciano ad avanzare ma sono inchiodate da fuoco proveniente da Cardeto, finché il 2° Battaglione non manda alcune pattuglie a pulire quella sacca. Nella prima parte del pomeriggio poi incappano in un esteso campo di mine e filo spinato sulle pendici Est di Poggio Stancalasino, l’avanzata di nuovo si ferma temporaneamente, ma alle 18,0 ambedue le quote 807 e 810 sono saldamente in mano Americana.

22 Settembre
La resistenza è rotta. Il 133° Reggimento avanza verso la Crocetta e Montepiano.

Questo filmato mostra i soldati del 135° Reggimento di Fanteria, 34ª Divisione di Fanteria, prima e dopo il loro attacco a San Vittore, Lazio, Italia, nell’avanzata dalla Linea Gustav verso Roma lungo la Valle del Liri

Dalla storia della 34ª Divisione di Fanteria: “L’assalto fu lanciato dal 3° Battaglione alle 23:30 del 4 gennaio. Questa volta senza preparazione di artiglieria, due plotoni della Compagnia ‘K’, sotto il comando del temibile capo combattente Capitano Emil Skalicky, partirono in direzione di San Vittore. Il progresso di entrambi i plotoni fu rallentato da mitragliatrici e cecchini, ma entro la sera del 5, le truppe combattevano nelle stesse strade del villaggio. Per tutto il 6 gennaio, si continuarono combattimenti aspri con granate, fucili e mitragliatrici, casa per casa e strada per strada; il nemico alla fine si ritirò, lasciando indietro, come prigionieri di guerra, circa 175 uomini della dura 44ª Divisione Granatieri. San Vittore era una città fantasma, il silenzio interrotto solo dal passaggio delle nostre truppe e dal rat-tat-tat delle mitragliatrici nelle colline circostanti.”

Fonte del filmato: NARA, 111-ADC-10411. Ripreso nella prima settimana di gennaio 1944.

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